Cooperazione & Relazioni internazionali

A Ventimiglia profughi in parrocchia. Ramonda (Apg23): «Apriamole tutte»

Le persone che dormivano sulla spiaggia del paese ligure hanno evitato lo sgombero grazie al parroco di San Nicola da Tolentino che ora li ospita "fino a quando sarà necessario" nel salone parrocchiale, con l'appoggio del vescovo Suetta. Il segretario generale della Comunità Papa Giovanni XXIII chiede a tutti i parroci di seguire l'esempio: "serve una mobilitazione generale, in città come Reggio Calabria sta già accadendo: seguiamo tali esempi"

di Redazione

«Invitiamo tutte le parrocchie d'Italia a seguire l'invito del vescovo di Ventimiglia Antonio Suetta ad accogliere i profughi. Di fronte a questi fratelli disperati occorre una mobilitazione generale di tutta la Chiesa, non solo singoli esempi virtuosi che già ci sono». L'appello arriva da Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, e segue l'iniziativa del parroco di Ventimiglia don Francesco Marcoaldi, supportata dallo stesso Suetta, che ha accolto nel salone della propria parrocchia di San Nicola da Tolentino i 200 migranti accampati fino a domenica 29 maggio lungo la riviera del paese al confine tra Italia e Francia. "Li terremo qui fin quando servirà", ha spiegato Marcoaldi, mentre il vescovo ha annunciato che sta predisponendo il seminario di Bordighera per una prossima accoglienza meno emergenziale.

«Se tutte le parrocchie si attivassero saremmo in grado di rispondere a tutti, prosegue Ramonda. "Inoltre eviteremmo di creare concentrazioni di immigrati e potremmo invece garantire l'inserimento di piccoli gruppi nelle comunità locali, favorendo una piena integrazione». Un modello di accoglienza diffusa viene da Reggio Calabria, dove la Comunità Papa Giovanni XXIII opera in rete con altre organizzazioni della Chiesa locale.

«Qui a Reggio siamo in prima linea», racconta Giovanni Fortugno, responsabile del Coordinamento sbarchi della Papa Giovanni XXIII. «Vediamo questi fratelli arrivare, incrociamo i loro sguardi e non possiamo rimanere indifferenti. Ieri dalla nave sono scesi 629 vivi, e poi sono stati fatti scendere i 45 già morti, tra cui 3 bambini. Stasera faremo una veglia di preghiera nei pressi del terribile container frigorifero da 17 metri dove sono custoditi i loro corpi. Pregheremo anche con le comunità musulmane. Qui tutte le parrocchie si sono già aperte all'accoglienza».


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