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L’Amorino dormiente a Lampedusa per non dimenticare Aylan

Inaugura oggi 3 giugno a Lampedusa il “Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo”. L’opera più importate arrivata sull'isola è l’Amorino dormiente di Caravaggio dipinto dall’artista nel 1608. «Non è stata una scelta casuale», spiega a Vita.it il direttore degli Uffizi Eike Schmidt. «Ricorda il piccolo Aylan morto sulla spiaggia di Bodrum. A cosa serve un quadro visto che anche quel quadro è una finzione? È un segno di speranza». L’intervista

di Anna Spena

A Lampedusa lo aspettano tutti. E non solo perché è uno dei capolavori più belli ed umani che la storia dell’arte ricordi. La tela che Caravaggio dipinse nel 1608 a Malta, sembra essere, più che mai attuale. Proprio per questa ragione, L’amorino dormiente, nome del dipinto, è stato scelto come filo rosso, opera di punta, del “Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo” che sarà inaugurato il prossimo 3 giugno a Lampedusa. Il museo voluto da Giusi Nicolini, sindaco dell’isola, e curato da Firt social life, con il Comune di Lampedusa e Linosa, la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone e il Comitato 3 ottobre, nato nel 2014 per sancire il 3 ottobre come Giornata della Memoria e dell’Accoglienza e per non dimenticare quel naufragio a largo di Lampedusa vicino all'isola dove sono morti 368 migranti.

Insieme all’Amorino, che attualmente si trova a Palazzo Pitti a Firenze, arriveranno opere dal museo del Bardo di Tunisi, dal Paul Getty Museum di Malibù, dal Mucem di Marsiglia. In esposizione ci saranno le fotografie di Federico Patellani e gli scatti sociali di Mauro Pagnano. Non da meno i disegni dei piccoli naufraghi sopravvissuti. L’idea di portare l’olio su tela di Caravaggio a Lampedusa è stata di Eike Schmidt, tedesco, dallo scorso agosto direttore della Galleria degli Uffizi. A Vita.it racconta i motivi di questa scelta e perché è così importante realizzare un museo in un luogo che è stato tra i più colpiti dalla crisi umanitaria degli ultimi anni.

Gli Uffizi a Lampedusa. Com’è nata l’idea?
In realtà le primissime idee per questa mostra sono nate quando ancora non ero stato nominato direttore della Galleria degli Uffizi. Poi ho conosciuto il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e i colleghi di First Social Life. Mi ha convito l’approccio di pensare all’arte come qualcosa con una forte connotazione sociale. Inizialmente c’era l’idea di scegliere delle opere che parlassero del Mediterraneo. Però non si può parlare di chiudere gli occhi sul grande tema presente nel Mediterraneo.

Che bisogno c’è alla base della mostra?
La necessità di raccontare la grande fuga dei migranti e di dare non una ma due mani alle gente che si trova in un momento di grande difficoltà.

È stato lei a proporre l’Amorino dormiente di Caravaggio?
Sì. Volevo dare a questo Museo della fiducia un’opera importante. Nessuna tela di serie B. La scelta è naturalmente caduta sull’Amorino che ha così tante connessioni con quello che sta succedendo nel Mediterraneo…

Quali sono?
È stato dipinto a Malta, isola vicina a Lampedusa, nel 1608. Anche se è rimasto lì poco. Nel 1906 si trovava già a Firenze. Quindi riportarlo a Lampedusa significa reinserirlo nel suo contesto originario paesaggistico: un’isola in mezzo al mare. Altra ragione importante è che Caravaggio stesso si trovava a Malta in quell’anno perché era in fuga accusato di omicidio. Da Malta poi fuggì in Sicilia, poi a Napoli, e da Napoli andò a Porto Ercole. Dove morì, anche lui su una spiaggia, nel 1610. Quindi la biografia dell’artista ha dei punti di contatto significativi con il contesto del Museo della fiducia. Però Caravaggio non era un profugo.

Allora qual è stato il motivo principale della scelta di quest’opera?
Aylan. Il bambino morto lo scorso anno su una spiaggia turca. Sembra un Amorino dormiente. Ma a cosa serve un quadro visto che anche quel quadro è una finzione? Beh è un segno di speranza. Secondo il topos antico il sonno è fratello della morte. E poi nel quadro si mette in evidenza l’alternativa positiva della morte: l’amore. Non è un caso che l’Amorino dormiente di Caravaggio rappresenti la figura di un piccolo Eros greco. Quindi è con l’amore che gli uomini devono abbattere queste barriere, aprire corridoi umanitari, rivolgersi verso gli altri esseri umani, aiutarli, accoglierli. È questa la ragione vera della scelta dell’Amorino di Caravaggio.

Dove sarà posizionata la tela?
All’interno del Museo delle Pelagie, che pure sarà inaugurato il 3 giugno. Al primo piano, centrale. Visibile a tutti.

Quando e come sarà trasferito il dipinto?
Su un aereo militare. Per ragioni di sicurezza è preferibile non specificare i dettagli. Io viaggerò con l’opera.

Qual è secondo lei l’obiettivo di tutta l’iniziativa?
Connettere arte e tema sociale del luogo. Lasciare anche qualcosa a tutti i lampedusani che ogni girono lavorano per aiutare le persone in fuga.

Un museo che richiami alla bellezza nonostante tutte queste morti in mare…
Uno spazio museale che apra alla riflessione.


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