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Porto di Gioia Tauro: una risorsa strategica nel cuore del Mediterraneo

Il 90% del commercio estero dell'Unione Europea e il 40% di quello interno alla stessa UE segue le vie del mare. Tra i porti del Mediterraneo, quello di Gioia Tauro è il più importante per collocazione geografica, infrastrutture e efficienza. Da solo, genera il 72% del Pil calabrese, Ma non basta, se non se ne comprende l'importanza strategica per l'intero Paese. Uno studio di ISAG e CEFRIS fa il punto della situazione.

di Marco Dotti

Il corridoio che va da Suez a Gibilterra è tra i più trafficati al mondo. Esattamente al centro di questo corridoio si trova il porto di Gioia Tauro. Nato a supporto del progetto di un centro siderurgico mai concretizzato, ha visto modificare la sua vocazione verso quella di scalo commerciale, fino a diventare negli anni '90 il principale porto mediterraneo di trashipment, ossia di trasbordo di merci da nave a nave. Oggi è tra i più importanti al mondo, ma anche tra i più sottovalutati dall'opinione pubblica nel nostro Paese.

Eppure, dopo anni di promesse, ventilati rilanci, dopo migliaia di parole spese pro o contro la Zes – la zona economica speciale che avrebbe dovuto essere creata attorno all'area – qualcosa si sta muovendo. L'imminente istituzione della Città Metropolitana di Reggio Calabria, nella cui amministrazione il porto ricade potrebbe infatti riaprire positivamente dei giochi che in troppi consideravano persi.

Uno snodo chiave nel Mediterraneo

Molte navi provenienti dall'Oceano Atlantico trasferiscono le loro merci su cargo mediterranei proprio grazie alle modernissime infrastrutture del porto calabrese. Per cinesi, egiziani, tedeschi e norvegesi Gioia Tauro è un punto chiave nella geografia economica del Mediterraneo, ma quanti italiani conoscono storia, struttura, potenzialità di questo porto? Ben pochi.

Oggi, l'opinione pubblica identifica ancora Gioia Tauro come "porto della mafia". Ma è un errore cognitivo e fattuale, oltre che uno dei più emblematici esempi di "tafazzismo" all'italiana. Uno dei principali problemi di Gioia Tauro – che, nell'interscalo merci viene prima sia di Genova che di La Spezia – è quello di aver limitato la sua capacità generativa, soffrendo di un adeguato collegamento su rotaia e alta velocità. Con un adeguato collegamento zona di attività logistica di Gioia Tauro potrebbe diventare il centro delle attività di smistamento per tutta la rete ferroviaria nazionale.

A Gioia Tauro abbiamo così assistito a un parternalismo rovesciato: troppo bello e troppo efficiente, il porto andava in qualche modo frenato, a vantaggio di altri porti in altre regioni. Il problema di Gioia Tauro è diventata così la burocrazia che, in un momento particolarmente critico per gli equilibri mediterranei, ma particolarmente favorevole per questa tipologia portuale ha fermato tutto, derubricandolo a mera questione pronta ad apparire e sparire a seconda dellla convenienza elettorale, mentre si tratta di una questione strategica e vitale. Per tutto il Paese.

Il Mediterraneo pur rappresentando solo l'1% della superficie acquea globale, è attraversato dal 19% del traffico marittimo mondiale – di cui il 30% del traffico di petrolio ed il 65% di altre risorse energetiche destinate all'Italia e agli altri Paesi europei – e, in quanto tale, rappresenta uno snodo cruciale per i traffici marittimi. Oggi, il 90% degli scambi commerciali fuori dallo spazio europeo e il 40% di quelli interni all'Unione segue le vie del mare. Tra i porti europei, quello di Gioia Tauro è tra i più importanti per collocazione geografica, infrastrutture e efficienza.

Creato per trasbordo merci da nave a nave (il cosiddetto transhipment), soffre della mancanza di collegamenti ferroviari veloci e di una politica che sappia valorizzare il suo ruolo decisivo per le aree vaste del Sud. Forse qualcosa sta cambiando, anche in vista della decadenza delle province e dell'istituzione nel 2017 di Reggio Calabria come Città Metropolitana. Nel distretto amministrativo di Reggio, infatti, oltre a 96 comuni e al Parco Nazionale dell'Aspromonte, entrerà anche il porto di Gioia Tauro.

Opera perfettamente compiuta, in un Sud tempestato da grandi incompiute, la struttura di Gioia Tauro è studiata come un modello e visitata, ogni anno, da decine di studenti che, dall'Egitto al Marocco, vengono qui per capire il funzionamento di gru e macchinari che solo pochi porti possiedono.

Che cosa è il Transhipment?

Trasbordo. Trasferimento di carico da una nave all'altra, di solito attraverso scarico in porto e ricarico. Ha luogo nei porti hub dove: a) si incrociano molte linee di navigazione con origini e destinazioni diverse (caso tipico è Singapore); b) dove tale hub è al centro di una regione con più porti, che vengono serviti dall'hub mediante feeder.

Transito globale

L’Italia, ricorda Filippo Romeo, Direttore Programma Infrastrutture e Sviluppo Territoriale dell’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze ausiliarie (ISAG), occupa una posizione strategica sia per la sua posizione al centro del Mediterraneo, sia per i suoi 8.000 km di coste che la caratterizzano. Oggi, il 54% del commercio estero italiano transita via mare, grazie anche a una flotta mercantile composta da oltre 1.600 navi per più di 18 milioni di stazza lorda. Il complesso marittimo (industria, istituzioni, turismo nautico) pesa per circa il 3% del Pil.

Il valore strategico del Mediterraneo per l'Italia e l’Europa è dato anche dal suo ruolo di punto di approdo e transito per altri continenti, in particolare il Nord Africa e il Vicino Oriente che pesano già da loro per il 10,5% delle nostre esportazioni e il 13,5% delle importazioni. Tramite il Mediterraneo, l'Italia può inoltre commerciare con l’Asia Orientale (7,7% export, 11,5% import) e con le Americhe (11% export, 7% import).

Il porto di Gioia Tauro costituisce oggi il più grande terminal per il transhipment italiano e del Mediterraneo e dispone di 5.192 metri lineari di banchine, con fondali sino a 18 metri, circa 440 ettari di aree, piazzali con superficie complessiva di 1.800.000 mq. L'area del porto è servita da un sistema stradale composto dalla statale 18 e dall’Autostrada A3 e collegato alla rete ferroviaria tramite la stazione di Rosarno.
Il traffico container, svolto dal terminal M.C.T. S.p.A., con circa 3 milioni di TEU. movimentati l’anno, costituisce la sua prima caratterizzazione funzionale, ma è attiva anche la movimentazione di automobili presso il terminal B.L.G. s.r.l. Sono in fase di realizzazione o sono in corso di attivazione a breve vari interventi infrastrutturali e strutturali orientati a: potenziare la funzione di porto hub del traffico container, completare le infrastrutture destinate ai servizi di logistica, attivare una funzione industriale sulle aree retroportuali a ciò destinate.L’Autorità Portuale di Gioia Tauro ha recentemente allargato la propria competenza anche ai porti di Crotone e Corigliano Calabro.

Tuttavia, osserva ancora Romeo nel suo intervento ora raccolto nel volume collettivo Il porto di Gioia Tauro: tra città metropolitana e nuovi paradigmi geopolitici (a cura di Domenico Napoli – Filippo Romeo – Massimiliano Porto, Isag-Cefris, Roma 2016), nel segmento della movimentazione dei containers, sebbene rimanga alta la rappresentatività italiana all'interno del bacino del Mediterraneo, nel corso degli ultimi anni il nostro Paese ha perso notevoli quote di mercato per via dell'accrescersi della competitività degli altri Paesi costieri, ed in particolare, quelli della sponda Sud ed Est e della Spagna con Algeciras che al momento rappresenta il primo porto del Mediterraneo. E proprio qui si apre la sfida di Gioia Tauro: grande opera compiuta ma destinata a perire nelle sabbie mobili di un Sud abbandonato a se stesso o risorsa da potenziare per rilanciare economia, formazione, lavoro non solo al Sud ma nell'intero sistema-Paese?

Immagine in copertina: il porto di Gioia Tauro (Photo credit: FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)


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