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Benvenuti a Twitterland: Jun, la città spagnola dove uno vale uno

C'è un paese dove "uno vale uno" e tutto si fa via twitter: Jun, cittadina di 3700 abitanti in Andalusia, interconnessi con l'amministrazione pubblica. Un esperimento di civismo digitale e di trasparenza che sta attirando l'attenzione degli osservatori di tutto il mondo. "Abbiamo trasformato un paese piccolo e sconosciuto in un laboratorio di democrazia futura", spiega il sindaco.

di Marco Dotti

Ha solo 3700 abitanti, ma per centinaia di migliaia di utenti della rete è un modello o, forse, "il" modello. Qualcuno la chiama democrazia diretta, altri semplicemente uso intelligente e snello delle tecnologie, sta di fatto che nella cittadina andalusa di Jun, nella provincia di Granada, dal 2011 l'amministrazione comunale ha deciso di dare un colpo alla burocrazia e servirsi di twitter.

Abbiamo trasformato un paese piccolo e sconosciuto in un laboratorio di democrazia futura

José Antonio Rodriguez Salas, sindaco di Jun

Amministrazione circolare: uno vale uno

Quasi il 90% della popolazione possiede un account, tutti gli account sono verificati con la conseguenza che il rischio fake è ridotto a zero. Anziché usarlo per comunicati stampa e amenità, l'account di Jun è fortemente interattivo: dal 2011 i cittadini possono fare le loro richieste e segnalazioni apertamente a @AyuntamientoJUN, dove risponde direttamente @JoseantonioJun, ovvero il primo cittadino José Antonio Rodriguez Salas. Eletto proprio nel 2011 con una campagna condotta interamente in rete, Rodriguez Salas non si è fermato l: ha letteralmente "reclutato" i cittadini e ha cercato di creare un modello che – ci spiega – è nient'altro che un «gobierno abierto».

Responsive city

La mensa scolastica pubblica tutti i giorni il menù, i cittadini possono segnalare esigenze e disservizi e, tramite messaggio diretto, prenotare colloqui, visite mediche, chiedere appuntamenti con assessori, funzionari o impiegati comunali che, da parte loro, sono stati specificamente formati per dare risposte coerenti e gestire il flusso di richieste. «Un flusso che si è abbattuto, non solo per via dell'uso di massimo 140 caratteri imposto da twitter», ci spiegano, «ma perché la risposta diretta e immediata, nel giro di pochi minuti, in qualche modo toglie il peso della burocrazia ma responsabilizza anche il cittadino, non solo la pubblica amministrazione. Certo la gente mediamente chiede molte cose, ma noi siamo al loro servizio non il contrario».

Tendenzialmente, i problemi vengono risolti sul piano formale in 24 ore, ma le risposte arrivano in poche ore. Il sistema di feedback e di giudizio da parte dei cittadini è fondamentale, per creare questo sistema virtuoso, dove l'efficienza è posta al servizio delle cose e non rimane un mero slogan. Si tratta di un sistema noto come "mutua trasparenza", particolarmente rilevante affinché il sistema sia tale e possa davvero fondare quella "Responsive city" che, oggi, è più che mail al centro del dibattito.

Oggi, la polizia municipale, gli addetti al decoro urbano e persino gli edifici comunali esibiscono l'account @AyuntamientoJUN come emblema cittadino.

Civismo digitale

Questo "uno vale uno" in salsa andalusa sembra funzionare, tanto che il "social lab" del Massachusetts Institute of Technology (MIT), una delle più prestigiose istituzioni di ricerca al mondo, ha inviato una propria équipe per studiare come le piattaforme di social networking possano creare nuove relazioni fra amministrazione e cittadinanza. Una sorta di "civic life", come hanno scritto i ricercatori William Powers e Deb Roy in un loro articolo, "The Incredible Jun: A Town that Runs on Social Media", pubblicato su Medium.

La maggior parte dei cittadini intervistati da Powers e Roy si è detta pienamente soddisfatta dell'innovazione, confermando che non solo la risposta, ma anche la partecipazione ai dibattiti e alle sedute del consiglio comunale – trasmesse in diretta su Periscope – è un fatto positivo. Le critiche, casomai, vanno alla personalizzazione del sindaco, considerata positiva ma eccessiva. Critiche vengono anche al sistema che tende a favorire una sorta di standardizzazione nelle risposte e nei comportamenti. Ma il sindaco sorride e parla di queste critiche come di una conseguenza di ciò che chiama "la società del minuto". Se nel mondo, spiega, «c'è un problema ogni 43 persone, via web il rapporto diventa 1 a 27.

Ma la sfida non è solo nella risposta, la sfida è anche nella domanda: saper porre la domanda che davvero conta per avere la risposta che davvero conta». Per ora, spiega il sindaco, il punto chiave è la trasparenza. Nel suo ufficio, dove c'era il ritratto del Re adesso c'è l'uccellino di twitter e poi fatto installare pareti di vetro. «Affinché si veda tutto», spiega, «noi siamo qui per questo: per rispondere e alzare lo sguardo».


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