Attivismo civico & Terzo settore

Azzardo. Bari: i ragazzi dell’ITC Giulio Cesare preparano il regolamento comunale no slot

La Consulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II” dà lezioni di lotta contro l’usura e l’azzardo. A dicembre al Consiglio Comunale di Bari giungerà una proposta di regolamento sul Gioco D’Azzardo elaborato dagli studenti dell'Istituto Tecnico Commerciale Giulio Cesare di Bari. Il gruppo di lavoro ha cominciato a muovere i primi passi dalle sedi della Consulta Antiusura e della Fondazione di Bari S.S. Medici e San Nicola di Bari. Accompagnati dalla prof. Prayer, nell’ambito del progetto "Legalità e Cultura".

di Redazione

C'è chi dice no…all'usura e all'azzardo", i ragazzi varcando la soglia della porta della Consulta sono stati immersi in quella realtà dura e talvolta spietata che è l’usura. Una piaga umana, economica e sociale che annulla la persona nella sua dignità e alcune volte anche nella sua esistenza. A fare gli onori di casa hanno trovato il Vicepresidente della Consulta Mons. Alberto D’Urso, il Coordinatore nazionale del Cartello “Insieme contro l’Azzardo”, l’avvocato Attilio Simeone e i volontari che quotidianamente operano in favore delle vittime di usura, del racket e del gioco d'azzardo.

Chi è l’usuraio? Come lo si riconosce? Perché la gente si indebita? Perché la gente diventa povera? Chi si rivolge e cosa può fare la Fondazione Antiusura? Sono alcuni dei temi e curiosità che i ragazzi hanno affrontato con i volontari che ogni giorno entrano in contatto con le vittime di usura o le persone indebitate. Regnava il silenzio nella sala, i giovani erano seduti in modo composto e con gli occhi sgranati, alcuni per qualche istante sono diventati anche lucidi quando la Sig.ra Cecilia, bancaria in pensione, ha raccontato che sono tante le famiglie povere, e può capitare a chiunque di diventarlo e in qualunque momento della vita, a causa di una malattia o di un licenziamento. Insomma una realtà a loro sconosciuta è stata raccontata ai ragazzi che forse non avrebbero mai potuto apprendere dai social o dal mondo virtuale in cui per troppo tempo sono immersi.
“Se l’usura si organizza, si può organizzare anche la lotta all'usura”. Così ha salutato Mons. Alberto D’Urso i ragazzi, leggendo anche uno dei tanti messaggi di richieste di aiuto di famiglie, che arrivano quotidianamente sul suo cellulare, che non hanno i soldi per comprare da mangiare per i propri figli, per pagare le bollette e le cure mediche.


Le 28 Fondazioni Antiusura operanti in Italia e riunite nella Consulta Antiusura accolgono quotidianamente tante famiglie che per varie ragioni finiscono sul lastrico. Solo in Italia ci sono un milione e quattrocento le famiglie sovrindebitate a rischio di usura. L’azzardo, i licenziamenti, le spese mediche, il difficile accesso al credito, la criminalità organizzata, la crisi della politica e delle giustizia sono le cause principali di indebitamento che spingono le persone a rivolgersi agli usurai.

La cattiveria esiste, l’usuraio si presenta sempre come un amico disponibile a prestare denaro nel momento in cui la persona è sola, disperata e si vergogna di chiedere aiuto alla famiglia. Il primo ascolto infatti lo faccio in qualità di prete, tenuto al segreto della confessione, che non posso infrangere. Il passo successivo è convocare i componenti della famiglia per ripristinare le difficili relazioni familiari, al fine di creare un contesto più disteso intorno alla vittima, che spesso è terrorizzata ed emarginata non solo dalla società, ma anche dai propri cari. Solo gli incontri successivi sono affidati ai volontari che sono avvocati, commercialisti, ex bancari o ex dipendenti di enti pubblici o forze dell’ordine, i quali hanno il compito di ricostruire la situazione finanziaria dell’indebitato e cercare soluzioni, ove è possibile, per ripianare le debitorie.

Monsignor Alberto D’Urso

Dalla morsa dell’usura pertanto si può uscire. L’obiettivo finale delle Fondazioni Antiusura è di restituire all’economia legale le persone finite nella trappola dell’usura, dietro la quale c’è quasi sempre la criminalità organizzata, che dopo aver spogliato le vittime dei suoi beni materiali le arruola nella manovalanza della malavita. Il lavoro interviene a tutto campo e si muove su quattro binari: la prevenzione, la solidarietà, il tutoraggio e l’educazione alla legalità. Conferiscono loro gli strumenti necessari per imparare ad usare il denaro in modo più consapevole e sobrio. Negli anni dal 2008 al 2014 a causa della crisi economica gli ascolti delle persone sovrindebitate o finite nell’usura hanno raggiunto i picchi storici.

“Per esempio negli ultimi anni di crisi economica -ha dichiarato l'avvocato Attilio Simeone- da indagini statistiche risulta che si è diffusa la malsana convinzione che le slot machine rappresentano una fonte di reddito per risolvere i problemi finanziari di una famiglia. Non c’è nulla di più sbagliato. L’azzardo è una delle principali cause di usura, suicidio, perdita del posto di lavoro, fallimento aziendale, divorzi e dipendenze da droghe e alcol. In questi anni di crisi tutto il risparmio delle famiglie italiane, che le generazioni precedenti utilizzavano per consentire la mobilità sociale ai propri figli, è stato bruciato nelle macchinette mangiasoldi”.

In venti anni di attività abbiamo ascoltato oltre cinque mila famiglie e garantito con fondi propri e pubblici mutui e finanziamenti per 43 milioni di euro. Ma la lotta all’usura passa anche attraverso l’educazione e la formazione delle nuove generazioni a piccoli gesti quotidiani di legalità, giustizia e solidarietà, che si imparano anche tra i banchi di scuola.

Monsignor Alberto D’Urso

Il prossimo appuntamento sarà a settembre, per l’estate ai ragazzi dell’Istituto Tecnico del Giulio Cesare è stato conferito il compito di fare la mappatura del territorio di Bari sull’Azzardo: quante, dove e come sono distribuite le sale da gioco sul territorio. Il Regolamento comunale sull'Azzardo avrà la loro firma.


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