Cooperazione & Relazioni internazionali

Nei campi profughi di Calais e Dunkerque abusi sessuali sui bambini migranti

L’Unicef pubblica uno studio “Neither Safe nor Sound”, Né sano, né salvo, per denunciare gli abusi sessuali sui migranti minori non accompagnati nei campi profughi nel nord della Francia, sulla costa tra la Manica e il Mare del Nord. Nelle interviste i ragazzi hanno raccontato agli operatori che in cambio di una prestazione sessuale avrebbero ottenuto dai trafficanti un “passaggio” più veloce per arrivare nel Regno Unito

di Anna Spena

Lo studio è stato condotto su 60 ragazzi dagli 11 ai 16 anni. Eppure da giugno 2015 a oggi, si stima che circa 2mila minorenni migranti non accompagnati siano passati in quell’inferno. “Neither Safe nor Sound”, Né sano, né salvo è il titolo dell’ultimo studio realizzato in collaborazione da Unicef Francia e Unicef Regno Unito sui minori migranti non accompagnati che sono arrivati in sette campi profughi del nord della Francia.

Bambini, che sulla costa tra la Manica e il Mare del Nord subiscono, ogni giorno, abusi sessuali e violenze. Nelle interviste i ragazzi hanno raccontato agli operatori che in cambio di una prestazione sessuale avrebbero ottenuto dai trafficanti un “passaggio” più veloce per arrivare nel Regno Unito.

I ragazzi che si sono lasciati intervistare venivano dall’Afghanistan, Egitto, Eritrea, Etiopia, Iran, Iraq, Kuwait, Siria e Vietnam. Hanno vissuto in quei sette accampamenti, tra cui Calais e Dunkerque, lungo la costa tra Francia e Inghilterra, da gennaio ad aprile 2016.

Per entrare nei campi si paga ai trafficanti una sorta di “tassa d’ingresso”. I minori che viaggiano da soli e non hanno soldi fanno i lavori pesanti come vendere cibo nel mercato notturni clandestino allestito all'interno della cosiddetta "Giungla" di Calais. Nessuno va a scuola, anche il servizio è obbligatorio per tutti i minori in cerca di asilo. I trafficanti chiedono cifre tra le 4.000 e 5.500 a persona per attraversare la Manica.

«Un’azione immediata da parte del governo britannico», dice Lily Caprani, vice-direttrice del Comitato inglese dell'Unicef, «potrebbe impedire che questi bambini cadano nelle mani dei trafficanti e mostrerebbe serietà nel portare avanti i recenti impegni presi per i bambini rifugiati».

In un altro rapporto pubblicato pochi giorni fa sempre da Unicef, “pericolo ad ogni passo del viaggio”, la Onlus afferma che nei primi cinque mesi dell'anno sono stati 7.009 i minorenni non accompagnati – il doppio rispetto allo scorso anno- e sono partiti dal Nord Africa verso l'Italia.


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