Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Wolfgang Tillmans: «Lasciare l’Unione europea non è patriottico, è stupido»

Ecco i 26 manifesti realizzati dal fotografo Wolfgang Tillmans per convincere i britannici a votare contro l’uscita dall’Unione europea. «Se il Regno Unito lascia l’Unione europea potrebbe finire il più grande progetto di pace della storia umana», si legge in uno degli scatti

di Anna Spena

“La questione è dove senti di appartenere. Noi siamo una famiglia europea. E il 23 giugno vota per restare”. “Quello che è perso, è perso per sempre. Se il Regno Unito lasciasse l’Europa questo potrebbe significare la fine del più grande progetto di pace della storia umana”.

Questi sono due dei manifesti lanciati dal fotografo tedesco Wolfgang Tillmans, in vista del referendum su Brexit. Domani 23 giugno gli elettori britannici saranno chiamati a votare per il referendum sulla permanenza o meno nell’Unione Europea. E il fotografo, il primo non inglese che nel 2000 ha vinto il Turner Prize, ha realizzato insieme ai suoi assistenti degli studi di Londra e Berlino un progetto composto da 26 manifesti per incoraggiare i britannici a votare sì affinché il Regno Unito scelga di restare nell’Unione Europea.

Tutti i manifesti possono essere scaricati dal sito dell’artista per essere condivisi o stampati. «Cari amici», ha fatto sapere Tillmans dal suo sito, «Sono sicuro che state seguendo con orrore la deriva verso la destra e il sentimento anti UE che si sta diffondendo in tutta Europa. Sento che abbiamo raggiunto un momento critico che potrebbe rappresentare una svolta per l’Europa che consociamo e amiamo. Brexit potrebbe effettivamente portare alla fine dell’Unione europea».

1/31

Pur essendo tedesco il fotografo si dice molto legato al Regno Unito: «Mi sono sentito costretto a partecipare a questo referendum. I miei motivi sono anche personali: amo il Regno Unito. Per la sua cultura, la sua musica, la gente. La mia carriere è radicata in Gran Bretagna che mi ha sempre accolto facendomi sentire a casa. Io stesso mi vedo come un prodotto della storia europea del dopoguerra di riconciliazione, di pace e di scambio».

Poi la denuncia: «Oggi vedo il mondo occidentale sonnambulo verso la demolizione delle stesse istituzioni della democrazia, della negoziazione e della moderazione che ci permettono di vivere la vita che stiamo vivendo. L’unione europea è un capo espiatorio in mezzo a tutto questo. Per decenni media e politici l’hanno incolpata quando in realtà l’Unione europea fa del suo meglio per affrontare le conseguenze dei cambiamenti della politica globale. L’Unione europea si è assunta il compito di negoziare gli affari di 28 Stati membri. Questo non è un compito facile. L’UE è consapevole dei suoi difetti ma protegge i vostri diritti nei confronti dei nemici della libertà. In questi tempi di politiche pericolose lasciarla non è patriottico, è semplicemente stupido».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA