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Legge sugli educatori: perché agli educatori professionali non piace

L'ANEP auspica modifiche nel passaggio in Senato «perché il testo, così come è passato alla Camera, nasconde delle insidie non indifferenti per gli educatori tutti». E mette in dubbio il fatto che con la legge ci sarà davvero l'obbligatorietà della laurea nei servizi.

di Redazione

Gli educatori professionali chiedono modifiche in Senato alla legge Iori – Binetti sulle figure educative, licenziata dalla Camera il 21 giugno. «Maggiore elaborazione e ponderazione sono necessarie perché il testo, così come è passato alla Camera, nasconde delle insidie non indifferenti per gli educatori tutti, mentre favorisce inconfutabilmente l'Università»: così afferma il Presidente dell’ANEP (Associazione Nazionale Educatori Professionali), Nicola Filippo Titta.

«Da una proposta di legge che si dice voglia mettere ordine tra le figure educative e pedagogiche, ci aspettavamo almeno l'obbligatorietà della laurea nei servizi. Purtroppo il testo finale licenziato dalla Camera confuta tutto ciò. Manca infatti di un articolo che era stato proposto e poi misteriosamente soppresso, in cui si affermava che la qualifica di educatore professionale costituiva requisito obbligatorio per l'esercizio, in qualunque forma e ambito, del lavoro educativo».

È stato invece – continua Titta – «inserito un comma in cui si afferma che le amministrazioni pubbliche interessate non avranno l'obbligo di erogare servizi socio-educativi aggiuntivi rispetto a quelli stabiliti dalla legislazione vigente. Questo significa che i Comuni potranno continuare ad attivare servizi socio educativi così come li hanno sempre gestiti, anche rispettando i regolamenti regionali di accreditamento che a volte prevedono che possa essere sufficiente un corso di poche centinaia di ore per svolgere funzioni educative: la proposta infatti non toglie alla Regioni la competenza sugli accreditamenti o sulla definizione dei repertori regionali delle professioni».

L’ANEP quindi si dice «davvero costernata» dalle «affermazioni di legislatori che sostengono che la legge era il meglio che si poteva ottenere e che si potrà intervenire successivamente sul doppio binario formativo. Chi dovrebbe farlo se non i legislatori? Se non ora quando?», mentre denuncia il favore per le Università, in particolare per le facoltà di Scienze dell'Educazione che, «oltre a laureare migliaia di educatori professionali socio pedagogici non abilitati, avrà l'onore di riqualificare gli operatori privi di titolo ai quali spetterà l'onere di pagarsi in toto la formazione».

Foto Sean Gallup/Getty Images


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