Politica & Istituzioni

Milano, una giunta tra continuità e innovazione

Presentati i nomi della nuova giunta di Beppe Sala. Parla la neo vicesindaco Anna Scavuzzo, «giovedì ci sarà la prima riunione. I nomi sono in continuità con gli ultimi cinque anni, come il voto aveva sottolineato, a con attenzione a molti temi nuovi e di grande importanza».

di Lorenzo Maria Alvaro

Milano è la prima città ad aver annunciato i nomi della nuova giunta, tra quelle andate al voto. Sei assessori provengono dalla giunta di Giuliano Pisapia, l’ex sindaco che ha appena concluso il suo mandato. Sono Pierfrancesco Majorino, confermato alle Politiche sociali; Filippo Raffaele Del Corno, confermato alla Cultura. Pierfrancesco Maran, che dalla Mobilità passa all’Urbanistica; Marco Granelli, alla Mobilità e Ambiente; Carmela Rozza alla Sicurezza e Cristina Tajani, a Lavoro, moda e commercio. Le novità invece sono Roberto Tasca, professore di economia all’Università di Bologna, è stato nominato assessore al Bilancio.

Roberta Cocco, manager di Microsoft Italia, è stata nominata assessore alla Trasformazione digitale e servizi civici, una carica creata da Sala. Roberta Guaineri, avvocato, è stata nominata al Turismo, sport e tempo libero. Lorenzo Lipparini dei Radicali, che al secondo turno si sono apparentati con la lista Sala e il PD, è il nuovo assessore alla Partecipazione e Open Data. L’architetto Gabriele Rabaiotti, ex presidente della Zona 6 per il PD, diventerà assessore ai Lavori pubblici e alla Casa. Infine il nuovo vicesindaco e assessore all’Educazione sarà Anna Scavuzzo, consigliera comunale del PD che Vita.it ha intervistato.


Come si possono commentare i nomi della nuova giunta?
C’è una forte continuità, come il volere popolare aveva ampiamente espresso con il voto con il mandato del sindaco Pisapia. Una continuità espressa soprattutto nella cifra operativa, pragmatica e votata alla risoluzione dei problemi. Alcuni assessori sono stati premiati dalla urne e, per questo, riconfermati. È necessario proseguire sugli elementi positivi e i punti di forza. Le novità sono su temi molto particolari e innovativi come la partecipazione, l’accesso ai dati e la digitalizzazione. Ci sono anche volti nuovi con competenze e provenienze molto interessanti.

È anche una giunta molto variegata però. Non c’è il rischio di contrasti?
Il mandato e l’impegno sono quelli di far sì che questa sia una giunta che nella sua composizione variegata riesca a trovare un’armonia nel collaborare. Mi sembra che questo lavoro di squadra abbia bisogno di essere rodato ma che abbia la disponibilità di tutti per partire e funzionare.

Quali saranno gli impegni dei primi 100 giorni di mandato?
Mi sbilancio sul programma per intero. L’approccio che avremo per una città che non sia a due velocità ma che garantisca le eccellenze ma non dimentichi chi è in difficoltà. Prima di stabilire delle priorità aspettiamo la prima riunione di giunta di giovedì.

Che sindaco sarà Beppe Sala?
Lo vedo particolarmente determinato. È stato un candidato più cauto degli altri perché non era abituato a creare consenso. Credo che il ballottaggio l’abbia vissuto in modo diverso. Forse si è sentito più libero di esprimersi con forza. Oggi è un sindaco già proiettato sul lavoro, già in moto. Ricordiamoci che ha fatto una giunta in una settimana. Mi sembra un segno tangibile.

Intanto c’è stata la lettera aperta di Maryan Ismail sul tema della moschea e dei rapporti con l’Islam. Che ne pensa?
Il percorso di interpretazione a questo problema lo ha dato Sala. L’apertura di una moschea ha a che fare con l’integrazione e con il rapporto con il variegato mondo dell’Islam. Ci sono diverse segnalazioni che vanno tenute in conto. Ma bisogna tenere separate le questioni personali rispetto ai temi, spesso delicati.

In molti le hanno fatto gli auguri di buon lavoro sui social. Anche personalmente l’accoglienza è stata così calda?
Sì, mi ha colpito e fatto molto piacere il gran numero di auguri ricevuti da tanta gente normale, semplici cittadini. È un bel clima, positivo, soprattutto in un periodo come quello che viviamo, molto difficile dal punto di vista dei rapporti tra società e politica.

A proposito, in molti hanno parlato di Milano come piazza finanziaria alternativa a Londra dopo la Brexit. È una possibilità?
Abbiamo l’abitudine ha trasformare le crisi in opportunità. Sicuramente quella del mercato finanziario potrebbe essere una di queste opportunità. Sala ha già individuato una pista di lavoro che prevede una possibilità di crescita di questo tipo. Detto questo però la speranza è che la scelta inglese sia reversibile.


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