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Economia & Impresa sociale 

Il Gemelli guarda al futuro

Il Bilancio di missione del Policlinico fotografa l'operato del 2015, ma soprattutto pone le basi per l'attività della neonata Fondazione. «Non è un atto autocelebrativo ma un documento che diverrà, anno dopo anno, un racconto sul nostro lavoro e sulle nostre molteplici attività in atto» ha sottolineato il presidente Giovanni Raimondi

di Monica Straniero

Il 16 giugno è stato presentato il Bilancio di Missione 2015, primo rendiconto organico e strutturato realizzato dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. Un documento che intende dare conto a tutti gli stakeholder di riferimento – pazienti e loro familiari, collaboratori, fornitori, comunità – del recente passaggio delle attività di gestione del Policlinico alla omonima Fondazione.

Giovanni Raimondi, Presidente
Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli; S. Em. Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano e Presidente Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori; Franco Anelli, Magnifico Rettore
Università Cattolica del Sacro Cuore; Enrico Zampedri, Direttore Generale
Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli; Rocco Bellantone, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Università Cattolica del Sacro Cuore

«Questo Bilancio non è solo un rendiconto dell’attività svolta nel corso del 2015, ma è una fotografia dettagliata della nuova modalità organizzativa, per sottolinearne le specificità e gli assetti con cui la Fondazione ha già iniziato ad affrontare la sfida del consolidamento dell’esistente e della crescita futura», si legge nella nota introduttiva del documento.

I saluti istituzionali sono stati affidati a Franco Anelli, Magnifico, Rettore Università Cattolica del Sacro Cuore e Rocco Bellantone, Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Università Cattolica del Sacro Cuore. Entrambi hanno espresso grande soddisfazione e orgoglio per il primo Bilancio di Missione della Fondazione: «Un traguardo che testimonia il primo anno di cammino che le due istituzioni hanno compiuto insieme in un connubio indissolubile di persone e valori».

La parola è passata poi a Giovanni Raimondi, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, che tiene a ribadire come quella informativa non sia l’unica funzione del primo Bilancio di Missione della Fondazione. «Il Bilancio di Missione 2015 non è un atto autocelebrativo ma un documento che guarda al futuro e che diverrà, anno dopo anno, un racconto sul nostro lavoro e sulle nostre molteplici attività in atto. Anzitutto assistere e sostenere il malato e assicurare buone cure senza mai perdere di vista la totalità della persona. Nel contempo conseguire una sana gestione che, nel difficile contesto economico attuale caratterizzato da tagli alla sanità pubblica, è condizione indispensabile per procedere nel risanamento finanziario intrapreso e garantire gli investimenti necessari per l’innovazione e la qualità».

Per rendere comprensibile e fruibile il racconto di una realtà complessa e articolata come quella del Policlinico, il documento è stato organizzato in quattro sezioni, Sostenibilità, Cura e Assistenza, Didattica e Ricerca, Innovazione, che consentono di presentare in maniera armonica l’attività dando visione del contesto di riferimento.

Una parte significativa è riservata all’impatto visivo, con un grande a approfondito utilizzo di infografiche esplicative che portano in primo piano i dati puntuali, senza annegarli nella narrazione (il concept e la realizzazione grafico contenutistica del Bilancio sono state affidate a VITA Società Editoriale).

«Si è scelto di conferire ai numeri un ruolo narrativo parallelo a quello testuale. Una razionalizzazione necessaria per comprendere la grandezza del valore aggiunto generato, pari a circa 355mila euro, e distribuito ai diversi stakeholder. Il riparto del valore aggiunto dimostra l’assoluta rilevanza del fattore capitale umano, il beneficio economico a favore della Pubblica Amministrazione, ed infine le erogazioni liberali e degli investimenti a favore di iniziative ecosostenibili», ha detto Enrico Zampedri, Direttore Generale della Fondazione.

L’attenzione della Fondazione non si rivolge solo al paziente ma anche alla comunità di persone che ogni giorno lavorano all’interno del Policlinico. «Investendo sul benessere organizzativo si può infatti ricostruire e ricreare valore, affinché gli operatori siano sempre più consapevoli della centralità del loro ruolo», si legge nel documento. L’organico del Policlinico nell’anno 2015 è rappresentato da 5.188 dipendenti, di cui 3.000 sono donne. Per garantire la loro tutela, ma anche per creare un ambiento sicuro per i pazienti, gli studenti e tutti coloro che visitano la struttura, la Fondazione ha realizzato lavori di ristrutturazione degli impianti. In questo modo nel 2015 si è assistito ad una diminuzione pari al 39% degli allarmi alle centrali tecnologiche.

«La Fondazione si adopera a realizzare la sua offerta di cura, anche garantendo un supporto di servizio spirituale» si legge nel Bilancio di Missione. A questo riguardo ultimamente è stata attivata una policy che prevede figure di assistenza religiosa per pazienti di altre fedi e altre forme religiose-culturali”. Ma la novità del 2015 è rappresentata dal Fondo Carità, finanziato dalla stessa Fondazione con una contribuzione iniziale di 50mila euro, istituito con l’obiettivo di sostenere le necessità sanitarie di persone in situazioni di difficoltà economica e far fronte a situazioni di emergenza sociale e fragilità esistenziale. Mentre sempre il 16 giugno è stata inaugurata la Villetta della Misericordia, una casa di accoglienza messa a disposizione dall’Istituto Toniolo di Studi Superiore e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, per accogliere i senza fissa dimora che vagano nelle aree della struttura del Policlinico, come il Pronto Soccorso, le sale d’attesa e i reparti ospedalieri.

Ma la storia non finisce qui. Ogni giorno circa 400 volontari offrono il loro aiuto ai malati e ai loro familiari per quelle esigenze che vanno oltre l’assistenza medico-infermieristica. “Sono infatti 40 le non profit che quotidianamente sono attive nel Policlinico Universitario A. Gemelli”.

Il Bilancio di missione mette anche in evidenza l’impegno della Fondazione a tutela dell’ambiente. «Nel corso del 2015 è stato realizzato un impianto di cogenerazione che fornisce alla struttura il 60% del suo fabbisogno energetico interno. Si sta procedendo anche all’installazione del sistema di illuminazione con apparecchi a Led che consentiranno un risparmio sia economico sia dal punto di vista delle emissioni di CO2», ha sottolineato Zampedri.

Il Capitolo 2 del Bilancio dedica ampio spazio alla descrizione della nuova struttura organizzativa del Policlinico. In sostanza, la Fondazione ha scelto di andare oltre il modello datato dei Dipartimenti, perché non più in grado di rispondere ai bisogni emergenti. Dal 1° novembre 2015 è stata avviata una nuova organizzazione, governata attraverso l’aggregazione delle Unità Operative in Aree e queste in Poli. Due livelli funzionali che vanno oltre la «vecchia» logica dei Dipartimenti: uno più alto di coordinamento clinico e scientifico, Poli, e uno più operativo, per gli aspetti gestionali, le Aree. «Abbiamo optato per un approccio multidisciplinare alle patologie. Per un ospedale con vocazione di alta specializzazione ed un’ offerta di 1.547 posti letto, avevamo bisogno di un modello organizzativo più efficace, unificando aree omogenee tra loro, per migliorare le modalità di erogazione dei servizi di cura e assistenza a favore della popolazione del territorio», ha spiegato ancora Zampedri.

Nel 1964 l’Università Cattolica del Sacro Cuore diventa la prima università italiana ad aprire una propria struttura ospedaliera. Sono 6.103 gli studenti che hanno partecipato alle prove di ammissione per i 270 posti disponibili per il primo anno del corso di laurea in Medicina e chirurgia, 760 gli iscritti ai master e 1.028 alle scuole di specializzazione. «La coesistenza tra le strutture sanitarie-assistenziali e la componente accademica ha ricadute positive sul fronte della preparazione tecnica, ma anche umana, degli studenti e di conseguenza sulla qualità delle prestazioni garantite ai pazienti», si legge nel Bilancio.

Il Capitolo 3 affronta e dettaglia lo stretto rapporto tra attività clinica, attività didattica e ricerca, dando valore alla coesistenza fisica tra la componente accademica e le strutture sanitarie-assistenziali, «che permette di orientare le risorse nelle aree dove il bisogno è più necessario». Stando ai numeri, nel 2015, sono stati destinati all’attività di ricerca non profit svolta da docenti, ricercatori e medici, circa 9 milioni di euro. «Il 67% del finanziamento è relativo a progetti di ricerca nazionale, il 33% derivanti da progetti di ambito internazionale».

Infine, sul fronte della tecnologia, il Policlinico Gemelli sembra caratterizzato da una forte propensione all’innovazione, con un parco tecnologico che consente di far fronte agli oltre 8milioni di esami eseguiti ogni anno nei laboratori della struttura e di gestire gli 80.000 accessi al pronto soccorso. Non a caso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Fondazione A. Gemelli sono state designate dal Ministero della Salute per rappresentare l’Italia nello European Network of Health Technology Assessment.

A conclusione dell’evento di presentazione del primo Bilancio di Missione della Fondazione Policlinico A. Gemelli, il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano e Presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ha tenuto una Lectio su salute, arte terapeutica e crisi finanziaria. In estrema sintesi, Scola ha evidenziato che «il vizio di origine comune sia alla medicina che all’economia consiste nel fatto che entrambe si sono costituite sull’esclusione del soggetto. Di qui la necessità di reintrodurre il soggetto, sia come persona che come comunità ai suoi vari livelli, nel mondo della sanità e dell’economia».


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