Politica & Istituzioni

Misura unica contro la povertà: terminato l’esame

Terminato in Commissione XII l'esame del ddl sul contrasto della povertà. Un bilancio con Giulia Di Vita (M5S)

di Sara De Carli

Le Commissioni XI e XII della Camera hanno concluso oggi la votazione degli emendamenti al ddl di contrasto alla povertà. «La parte più corposa era stata affrontata, pressappoco il testo è quello originario», spiega Giulia Di Vita (M5S). Giovedì si darà mandato a Anna Giacobbe e Ileana Piazzoni (entrambe del Pd), a riferire in Aula, dove il ddl delega arriverà lunedì 11 luglio per la discussione generale.

La Di Vita nei giorni scorsi aveva chiesto di introdurre nel testo la necessità di fare una «valutazione dell’impatto sociale». L’emendamento non è stato approvato, ma il punto critico a suo parere resta: «questa misura che si va a disegnare non è altro che l’estensione della sperimentazione del SIA. Per quella sperimentazione abbiamo una relazione economica sui 50 milioni di euro del finanziamento, ma non una valutazione qualitativa sui progetti sociali di attivazione collegati: se sono stati fatti, da chi, con il coinvolgimento di quali soggetti, con quali esiti. Non sappiamo nulla e per evitare che succedesse di nuovo avevo chiesto di inserire la valutazione dell’impatto scoiale almeno sul raggiungimento degli obiettivi prefissati nel progetto individuale, altrimenti questa diventa una misura assistenziale di sostegno al reddito. Mi è stato detto che il principio è già contenuto nella delega, a noi però non basta, secondo noi su questo punto è troppo generica», spiega.

In Aula, anticipa Di Vita, «ripresenteremo gli emendamenti rigettati e ne presenteremo altri sul nuovo testo. Il testo è stato migliorato, ma sono possibili certamente ulteriori migliorie». Della misura universale contro la povertà disegnata dalla delega, Di Vita dice che «è una misura che come M5S non sposiamo perché ha un approccio che non condividiamo, il nostro reddito di cittadinanza ha un altro approccio. È un primo passo per cambiare il tipo di assistenza fornita, ma le risorse sono insufficienti. Migliorie ce ne sono state: da razionalizzazione dell’assistenza si è passati a riordino, sono state escluse le misure previdenziali, è stato tolto il riferimento esplicito all’universalismo selettivo… Il punto più critico è la prova dei mezzi, che si farà fondamentalmente con l’Isee, mentre tutti sappiamo che l’Isee è quello che è. Inoltre sono tornate le categorie – anziani, disabili, minori – non è una grande azione a livello di povertà ma di categorie».

Foto BERTRAND LANGLOIS/AFP/Getty Images


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