Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Media, Arte, Cultura

Theaster Gates, l’artista sociale

Theaster Gates, artista nato a Chicago nel 1973, arriva alla Fondazione Prada di Milano con il progetto "True Value", una ricostruzione poetica di un vecchio negozio di ferramenta abbandonato a Chicago

di Giuseppe Frangi

In una ipotetica classifica degli artisti più “sociali” di oggi, Theaster Gates è certamente nelle primissime posizioni. Nato a Chicago nel 1973, ha sempre concepito la sua azione creativa come processo per la ricostruzione di comunità “esplose” nei percorsi pieni di contraddizioni della globalizzazione. Ha anche promosso una fondazione Rebuild Foundation che si occupa proprio di promuovere percorsi artistici pubblici che attivino nuovi processi di coesione e di consapevolezza sociale.

Partendo dal South Side di Chicago, da St Louis e da Omaha, dove ha realizzato le sue prime iniziative di attivismo artistico e sociale, Gates ha successivamente lavorato come consulente per singoli e organizzazioni di altre città (Detroit, Akron, Gary, tra le altre), per la progettazione e realizzazione di iniziative volte alla riqualificazione delle aree urbane più povere attraverso la fusione di pragmatismo e creatività, pianificazione urbana e “gesti artistici”.

Ora Theaster Gates arriva a Milano dove alla Fondazione Prada porta un nuovo progetto True Value, che consiste nella ricostruzione poetica di un vecchio negozio di ferramenta abbandonato a Chicago (negozio che per altro era tenuto da una famiglia italiana). L’opera raccoglie materiali, oggetti, strumenti di lavoro e utensili decontestualizzati rispetto al loro luogo di origine. Ricollocandoli in un ambito artistico, True Value sviluppa una nuova dimensione capace di creare uno spazio poetico e al tempo stesso pragmatico partendo dai materiali in vendita e dalle relazioni umane connesse al loro commercio e al lavoro.

Come spiega la curatrice della mostra milanese Elvira Dyangani Ose, “se si dovesse rintracciare un ethos specifico che caratterizza il lavoro di Theaster Gates negli ultimi anni, si dovrebbe parlare di una formulazione dell’inimmaginabile come causa comune. Sarebbe un errore credere che la sua attenzione verso la riqualificazione urbana, il sociale e la blackness si limiti unicamente alle comunità nelle quali i progetti sono realizzati».

L’opera di Gates è caratterizzata dalla convinzione secondo la quale gli oggetti comuni sono in grado di veicolare una conoscenza profonda, insita non solo nel loro aspetto materiale, ma evocativa anche delle esperienze legate al loro utilizzo. In questo senso, i materiali di scarto rappresentano la memoria collettiva e sono i catalizzatori di una riflessione politica ed estetica sulla riqualificazione culturale e sull’attivismo sociale.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA