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Cooperazione & Relazioni internazionali

L’Italia viaggia su un solo binario

Oltre 9mila chilometri su 16mila per quanto riguarda Rete Ferroviaria Italiana. Complessivamente circa il 60% delle ferrovie italiane, statali e non. Si tratta di ferrovie minori, ma anche di tratte importanti, con traffico di pendolari. Abbiamo provato a fare un piccolo viaggio, da nord a sud, nell’Italia a binario unico

di Francesco Crippa

L’Italia a binario unico: oltre 9mila chilometri su 16mila per quanto riguarda Rete Ferroviaria Italiana. A cui vanno aggiunti altri 6mila non gestiti dallo stato. Complessivamente circa il 60% delle ferrovie italiane, statali e non. Si tratta di ferrovie minori, ma anche di tratte importanti, con traffico di pendolari. Abbiamo provato a fare un piccolo viaggio, da nord a sud, nell’Italia a binario unico.

Chivasso- Pre-Saint Didier. Partiamo dalla Valle d’Aosta. Nella regione ci sono solo due linee ferroviarie (81 chilometri totali), entrambe a binario unico. Una, l’Aosta-Chivasso, collega la Valle col sistema ferroviario italiano, mentre l’altra, che è poi una continuazione della prima, trasporta merci e passeggeri dal capoluogo a Pre-Saint Didier. Soltanto la prima linea è in parte elettrificata, mentre lungo i restanti chilometri i treni viaggiano a diesel.

Mantova-Cremona-Milano. La linea ferroviaria Mantova-Cremona-Milano rappresenta un importante tratto della rete ferroviaria regionale, soprattutto a livello del trasporto di merci. Tuttavia, i 90 chilometri del tratto tra Codogno e Mantova sono a binario unico ed è per questo che il governo ha stanziato 6milioni per consentire il progetto di ampliamento della linea grazie alla costruzione di un secondo binario, che consentirebbe l’aumento del numero delle corse giornaliere. Una volta terminato il progetto, bisognerà passare alla sua realizzazione, che costerà all’incirca 320milioni.

Milano-Lecco-Sondrio-Tirano. Anche la direttrice Milano-Lecco-Sondrio-Tirano presenta un lungo tratto a binario unico, il più lungo della Lombardia, ovvero quello che unisce Tirano e Lecco. Sempre dal capoluogo della provincia lecchese si snoda, lungo un’altra direttrice, la Como-Lecco, un altro tratto a binario unico, che collega le stazioni di Lecco e quella di Albate.

Brescia-Iseo-Edolo. Il binario unico si ripresenta in Lombardia anche sulla tratta Brescia-Iseo-Edolo. Tutti i 105 chilometri della linea sono infatti percorribili in una sola direzione alla volta. Magra consolazione, è il paesaggio che si può vedere, sempre che non si sia all’interno di una buia galleria. La linea è quasi andata il tilt, visto il sovraffollamento dei treni nei giorni di apertura di The Floating Piers, la famosa passerella di Christo montata sul Lago d’Iseo.

Bologna-Pistoia. La ferrovia Porrettana, che collega le città di Bologna e Pistoia, consta di 99 chilometri, percorribili in un solo senso di marcia alla volta. Al momento dell’inaugurazione, fatta da Vittorio Emanuele II in persona nel 1864, questa strada ferrata era un’importante opera ingegneristica; sono passati più di 152 anni, ma la ferrovia è sempre quella, senza che alcuna significativa miglioria sia stata effettuata. La Porrettana è spesso soggetta a chiusure a tratti, l’ultima nel 2014, quando la tratta tra Pistoia e Porretta Terme fu chiusa per circa un anno a causa di smottamenti al terreno

Arquata Scrivia-Genova Brignole. Piemonte e Liguria non si salvano da questa blacklist, infatti 46 chilometri su 63 della linea Arquata Scrivia-Genova Brignole ha binario unico. Eppure è una linea che assolve a collegamenti pendolari per i tanti centri abitati. Inserita da Legambiente tra le dieci peggiori ferrovie d’Italia.

Roma-Nettuno. Scendendo verso il meridione il problema è sempre più frequente. Troviamo, ad esempio, la Roma-Nettuno, che collega la capitale al comune laziale. Nel tratto Roma – Campoleone la linea si presenta a doppio binario dal momento che utilizza la ferrovia Roma – Napoli. Da Campoleone invece la tratta finale è a binario unico: una trentina di chilometri

Battipaglia-Potenza-Metaponto. È la direttirce che attraversa la Campania e la Basilicata, ed è interamente a binario unico. Ma spostiamoci in Puglia, poiché è doveroso menzionare in questi giorni il disastro che si è verificato in un tratto dotato di un solo binario, tra le stazioni di Andria e Corato, lungo il quale due treni, che viaggiavano a più di 100 km/h, si sono scontrati frontalmente, causando ventisette morti e oltre cinquanta feriti.

Lamezia Terme-Catanzaro Lido. In Calabria abbiamo invece la linea Lamezia Terme-Catanzaro Lido. Questa tratta, lunga 43 chilometri, tra l’altro venne chiusa nel 2011 a causa del crollo di un ponte nei pressi di Varrà di Amato, causato dalle piogge che provocarono l’ingrossamento del sottostante Torrente Cancello; al momento del crollo, le ultime carrozze di un treno regionale non avevano ancora completato il percorso sospeso e dunque deragliarono, facendo sbandare anche le altre vetture. Fortunatamente, non ci furono vittime e dopo i lavori di riparazione, nel 2013, la tratta venne riaperta. Sempre a binario unico.

Siracusa-Ragusa-Gela. In Sicilia, sventola la bandiera del degrado la linea Siracusa-Ragusa-Gela, interamente a binario unico e non ancora elettrificata, con tempi di percorrenza talvolta superiori a quelli di vent’anni fa e con numerose cancellazioni di treni.


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