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Cooperazione & Relazioni internazionali

Nizza: le amare previsioni (poi avveratesi) del direttore dei Servizi segreti francesi

In Francia vige lo stato di emergenza, più di centomila agenti sono preposti al controllo del territorio ma non è servito a nulla. Il Rapporto dei servizi segreti sull'attentato al Bataclan, reso noto martedì scorso, avvertiva: «ci sono 400 terroristi pronti ad agire, useranno camion e veicoli esplosivi». Ieri sera, 84 morti a Nizza con un camion che si è lanciato sulla folla

di Marco Dotti

Il 23 maggio scorso, il direttore dei servizi di sicurezza interna Patrick Calvar aveva lanciato l'allarme: la Francia è sotto scacco. Da parte di chi? In primo luogo da parte di soggetti radicalizzati, estremisti "fatti in casa" ma eterodiretti non si sa – o non si vuole – capire da dove. «Basta una scintilla», disse allora Calvar in audizione alla Commissione parlamentare d'inchiesta. Per il direttore dei servizi segreti, la Francia era ed è sull'orlo di una guerra civile.

Tensioni sociali, economiche, tensioni internazionali e un Hollande che oggi parla di «rafforzare l'intervento in Siria», fino all'altro ieri paventava minacce ultras e nel frattempo stringe accordi per la vendita di armi all'Egitto con la benedizione dell'Arabia Saudita non curandosi della richiesta di solidarietà italiana sul caso-Regeni. In vista delle elezioni presidenziali del 2017, il presidente che ieri pomeriggio dichiarava di voler togliere lo stato di emergenza da lui proclamato a novembre e poche ore fa si è smentito rinnovandolo, per gran parte dell'opinione pubblica dà l'idea di preoccuparsi più del suo parrucchiere di fiducia che del paese. Ci sono poi le proteste per la riforma del diritto del lavoro, la crescita dell'estrema destra e, tragicamente immancabile, il terrorismo molecolare. Come quello che la scorsa notte ha colpito Nizza. Il fallimento delle politiche di sicurezza interne è evidente. Questo nonostante in Francia viga lo stato di emergenza – prolungato ieri di tre mesi dal presidente Hollande – e siano dispiegati più di 100mila militari per il pattugliamento e controllo del territorio.

Martedì scorso è stato reso pubblico il rapporto di sicurezza redatto proprio da Calvar dopo gli attentati al Bataclan di Parigi. Dal Rapporto si delinea un futuro a tinte fosche per la Francia. Calvar vede due estremi di questo pericolo: l'estrema destra e il mondo musulmano. Nel Rapporto non si parla di islamisti, ma di «mondo musulmano». Quello che i servizi segreti delineano non è una colpevolizzazione di questo mondo ma un vero scenario di scontro dentro il nostro, di mondo. Un mondo segnato da profonde differenze economico-sociali, ma soprattutto da un movimento di radicalizzazione dal basso che potrà prendere due direzioni diverse, confliggenti, e spesso dissociate da quelle differenze: o la neo-destra radicale o un radicalismo che piegherà a sé l'intera area religiosa islamica del territorio. Ancora, nel Rapporto dei servizi segreti francesi reso noto martedì 13 luglio si legge che l'Isis sta cambiando tattica, passando ad attacchi con «veicoli», in particolare esplosivi. Un fosca previsione, titolava tre giorni fa Le Figaro. Quanto a uomini, il direttore dei servizi di sicurezza ritiene che l'Isis ne abbia circa 400 in territorio francese.
«Ancora due o tre attentati e lo scontro avverrà», avverte Calvar. Nel frattempo, i morti a Nizza sono circa 80 e l'inchiesta è stata affidata alla Procura antiterrorismo di Parigi, dopo che in un primo momento era stata affidata alla procura locale.

In copertina: immagine Getty


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