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Media, Arte, Cultura

Quei fiori dedicati ai migranti

È la nuova installazione di Ai Weiwei: centinaia di giubbotti di migranti nello stagno del Belvedere di Vienna disposti in cerchi per comporre dei fiori di loto. Una performance molto poetica, ma dal messaggio molto chiaro per l’Austria, paese che tra poco tornerà al voto…

di Giuseppe Frangi

Ai Weiwei è oggi uno degli artisti più mediatici e di maggior successo del mondo. Un artista che ha fatto della questione dei diritti umani l’epicentro della propria riflessione e della propria produzione. Da tempo Ai Weiwei ha rivolto una particolare attenzione ai migranti e i loro diritti, mettendo a punto azioni di grande impatto comunicativo. Lo scorso inverno ha passato molte settimane a Lesbos, dove ha impiantato anche uno studio temporaneo mettendo al lavoro alcuni suoi allievi. Ha usato i social, in particolare Instagram, per restituire una cronaca minuziosa di ogni suo incontro sull’isola. Poi ha iniziato a elaborare anche un vero percorso artistico sempre per mettere al centro la condizione umana dei migranti. Così a Berlino in occasione del festival del Cinema, avvolgendo le colonne della Konzerthaus con circa 14mila giubbotti di salvataggio tra quello che i migranti hanno abbandonato a Lesbos, una volta fatta la traversata dalla costa turca.

Ora, in occasione di una sua mostra personale al XXI Haus di Vienna, un museo di arte contemporanea. Ma Ai Weiwei ha voluto approfittare dell’occasione per dar corpo a una nuova installazione, molto impegnativa e straordinariamente poetica, dedicata ai migranti. Nello stagno dei Giardini del Belvedere, uno dei luoghi più visitati della capitale austriaca, Ai Weiwei ha usato sempre lo stesso elemento, i giubbotti di salvataggio, per realizzare dei grandi fiori di loto. I giubbotti sono stati infatti distinti per colore e disposti a cerchio a gruppi di cinque, su 201 dischi. L’insieme compone una grande “f” in caratteri gotici, che sta per l’iniziale di “flower”. Ovviamente il loro è riferimento esplicito al tema della dimenticanza di cui i migranti sono vittime. Ma come sempre nell’opera di Ai Weiwei l’aspetto di denuncia va di pari passo con una visione poetica. Così quei giubbotti disposti a formare tanti fiori galleggianti richiamano anche una dimensione di bellezza e di forte struggimento.

A settembre Ai Weiwei sarà anche in Italia, per una sua grande personale a Palazzo Strozzi a Firenze. Anche in quell’occasione i migranti saranno al centro di un suo intervento di grande impatto: alle finestre del grande palazzo rinascimentale verranno ancorati 18 gommoni di salvataggio.


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