Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

Le Olimpiadi delle periferie

Il Centro Sportivo Italiano, con il progetto “Il Csi per il mondo”, sarà presente nelle strade di Rio de Janeiro dal 3 al 22 agosto, a Rochina, una tra le favelas più grandi e violente del mondo, e a Cidade de Deus, uno dei quartieri con il tasso di violenza più alto della città

di Francesco Crippa

I Giochi della XXXI Olimpiade, che si terranno a Rio de Janeiro dal prossimo 5 agosto fino al 21, non saranno soltanto la prima edizione delle Olimpiadi che si svolgerà in una città del Sudamerica, ma saranno anche i primi Giochi Olimpici ai quali parteciperà anche il Centro Sportivo Italiano, sia in pista, con il detentore del record italiano dei 400m Matteo Galvan, affiliato alla sezione di Vicenza, sia per le strade di Rio, dove svolgerà un’azione di responsabilità sociale. Il Csi infatti, tramite il progetto “il Csi” per il mondo”, sarà presente, con sette ragazzi e grazie all’aiuto del ConI, dal 3 al 22 agosto, prima a Rochina, una tra le favelas più grandi e violente del mondo, e poi a Cidade de Deus, uno dei quartieri con il tasso di violenza più alto di Rio.

«A Rocinha, nella zona sud di Rio – ci racconta Massimo Achini, ex presidente del Csi ed avviatore del progeto “il Csi per il mondo” – con la collaborazione del Coni e di Action Aid, saranno organizzati delle gare su modello dei Giochi Olimpici, oltre che un’intensa attività di animazione per i bambini e gli adolescenti della favela». L’idea è anche quella di coinvolgere qualcuno dei campioni azzurri dell’Italteam, così da fornire una testimonianza ai giovani locali di quali risultati si possono raggiungere grazie allo sport.

1/7

Cidade de Deus è invece un quartiere nella periferia ovest della città, da anni meta di associazioni umanitarie che fanno azioni di volontariato per strappare i giovani alla criminalità organizzata. «Qui – continua Achini – il Csi lavorerà assieme alla parrocchia locale Senhor Bom Jesus do Monte, sempre per fare animazione sportiva con i giovani locali».

I sette volontari, di età tra i 22 ed i 37 anni, alloggeranno a Ihla Paquetà, un’isoletta di Rio de Janeiro nella Baia di Guanabara, non distante dalla favela di Rocinha. L’obiettivo ultimo è quello stabilire un quartier generale per il progetto “il Csi per il mondo” che dia l’opportunità di proseguire il progetto nei prossimi anni, così come avviene in altre parti del mondo, ad esempio Haiti e o l’Albania, dove i ragazzi del Csi vanno già da qualche anno e dove torneranno nel prossimo mese di agosto.

Grazie a “NextToRio UnipolSai”, l’importante progetto di video-content, in esclusiva sui propri canali social (youtube | Unipol Group Corporate Channel e twitter | UnipolSai Corporate) con cui UnipolSai, presente a Rio insieme al CONI presso Casa Italia, ecco il racconto dell'esperienza di volontariato nella favelas con la testimonianza di Marco De Ponte, segretario generale di Action Aid..


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA