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Il Barbiere di Siviglia va in borgata

Si chiama OperaCamion, è un’iniziativa geniale del Teatro di Roma e di Fabio Cherstich. Il teatro lirico viaggiante rappresentato in periferia. Il palcoscenico è semplicemente un tir aperto. Il pubblico si porta le sedie. Si diverte un mondo. E non paga nulla

di Giuseppe Frangi

«La domanda da cui sono partito era semplice: come può il teatro musicale raggiungere un nuovo pubblico, eterogeneo e non elitario? Cosa si può fare perché l’opera venga percepita dal maggior numero di persone possibile come momento di condivisione culturale e di intrattenimento intelligente, piuttosto che come evento inaccessibile o ancor peggio mondano?» Fabio Cherstich, regista e scenografo, a queste domande ha provato a dare una risposta imprevista e geniale: si chiama OperaCamion. O come lui dice, «un’opera che viaggia di piazza in piazza con la sua orchestra e la sua compagnia di cantanti». Nel senso che lui ha davvero messo quattro ruote sotto il palcoscenico e lo ha portato dove la lirica non arriva più. Partito sabato da Roma, l’OperaCamion ha messo in scena "Il Barbiere di Siviglia" di Rossini, che quest’anno festeggia anche il bicentenario dalla prima esecuzione a Roma al Teatro Argentina. La produzione è una coproduzione del Teatro dell’Opera di Roma e del Massimo di Palermo, due grandi istituzione della lirica italiana.

L’orchestra si sistema davanti al pubblico che assiste allo spettacolo in piedi o seduto su sedie portate da casa. «Abbiamo scelto di rappresentare il Barbiere di Siviglia perché è un’opera che ben si presta: è comica, i testi sono magistralmente scritti da Rossini e poi Figaro è un personaggio divo, tutti sanno chi è. Il bravo factotum, istrionico e poliedrico questa volta si improvvisa camionista e porta la sua storia in piazza. Gli intrighi e gli intrecci amorosi tra i personaggi si svolgono tutti dentro, sopra, sotto e intorno al camion».

La sponda si apre e diventa proscenio, all’interno del rimorchio un’architettura stilizzata, volumi e aperture che prendono vita grazie alle immagini poetiche e surreali di Gianluigi Toccafondo. La versione dell’opera ridotta a cinque personaggi permette una durata contenuta dello spettacolo: tutto si svolge in un solo atto. Dice Cherstich: «Questo Barbiere di Siviglia nella sua forma di OperaCamion realizza il mio desiderio di portare l’opera nelle strade e di offrire a un nuovo pubblico un racconto divertente e poetico, energico come una danza: l’emanazione diretta e visionaria della musica di Rossini».

E il riscontro del pubblico? È straordinario come attesta Pigneto today, il giornale online del quartiere romano dove OperaCamion ha esordito il 18 luglio. «Opera Camion! a Torpignattara: folla record per la prima di Figaro itinerante una folla entusiasta che lo scorso sabato ha seguito con grande passione, anche in piedi, le vicende di Figaro ambientate in un container». Presente anche la sindaca Virginia Raggi. Le prossime tappe saranno sul territorio. Sabato 23 in piazza Vittorio Emanuele II a Rieti, domenica a Tarquinia, mercoledì chiusura a Formia. Ovviamente non si paga il biglietto. L’opera è per tutti.


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