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Politica & Istituzioni

Edilizia popolare e periferie. Milano riparte dalla casa

Il Comune ha messo sul piatto 55 milioni di euro. 30 saranno usati per gli alloggi di proprietà comunale, 25 invece per la riqualificazione del quartiere Adriano

di Redazione

Periferie e case popolari. Queste le due voci più pesanti della campagna elettorale di Beppe Sala. Che tornano ora come punti in cima al programma del neo sindaco. Ecco perché sul piatto saranno messi i primi 55 milioni di euro per iniziare a segnare il cambio di passo.

Il primo obiettivo annunciato dal sindaco è azzerare in due anni gli alloggi sfitti nei caseggiati Erp. I numeri parlano chiaro: sono quasi duemila le case vuote nel patrimonio da 28.791 appartamenti di proprietà comunale gestiti da Mm. Alloggi che hanno bisogno di più o meno piccoli interventi di manutenzione prima di poter essere riassegnati.

Per rimetterli in sesto servono circa 30 milioni di euro. Cifra che la nuova amministrazione si è impegnata a recuperare in tempi rapidi. Dopo giorni passati sui conti di Palazzo Marino, l’assessore al Bilancio Roberto Tasca oggi annuncerà ai colleghi che quei soldi ci sono. Nell’informativa saranno spiegate le voci di bilancio da dove sono stati recuperati. La formula si chiama «devoluzione dei mutui». In sostanza, il Comune ha acceso in passato tutta una serie di mutui per finanziare piccole opere pubbliche. In alcuni casi, l’intervento è venuto alla fine a costare meno di quanto previsto. Invece di chiudere le linee di credito (con conseguente spesa per il Comune), la giunta ha deciso di accorpare tutti i residui e destinarne la somma complessiva alla nuova missione. È un efficientamento degli avanzi. Ora manca l’indicazione delle priorità, tema su cui oggi la giunta inizierà a decidere.

A questo si aggiungerà una seconda informativa sui 25 milioni di euro ottenuti da Palazzo Marino come risarcimento dalle aziende che avrebbero dovuto terminare le opere di interesse pubblico al quartiere Adriano e che saranno investiti per la riqualificazione della zona.

Proprio giovedì Sala, parlando all’aula del vertice con il premier Matteo Renzi del 12 luglio (ieri sera c’è stata una conference call con Palazzo Chigi) è tornato prepotentemente sul tema delle periferie in vista della firma del patto con il governo: «Fino a oggi, per mancanza di risorse si è fatto poco. Noi vogliamo fare di più. Entro fine agosto presenteremo la nostra proposta. Stiamo lavorando insieme a Fondazione Cariplo». Fondamentali i primi 15 giorni di agosto per essere pronti a settembre. Quattro i punti del patto: periferie, Brexit, urbanistica e trasporti, Città metropolitana. «La proattività con il governo può fare la differenza per Milano. Il fatto che il premier si sia seduto di fronte alla giunta per parlare di questo patto ha per noi una importanza significativa». Il Comune di Milano «farà la sua parte» ha ribadito Sala, «ma il contributo, non solo economico, del governo cambia in termini di tempo e di come si fanno le cose».


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