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Vik, l’anima di Rio 2016

È un artista famoso in tutto il mondo. Vik Muniz sarà il regista della cerimonia dei Giochi Paralimpici, annunciata come la più grande opera d’arte del mondo. Prima dei Giochi ha aperto una scuola d’arte per i bambini di Vidigal, favela di Rio

di Giuseppe Frangi

C’è un personaggio che è simbolo del desiderio di amicizia e di bellezza che è pur sempre ciò che dà fascino a una competizione come le Olimpiadi. Un desiderio che neanche le più ferree logiche di mercato e competitive riescono a schiacciare.

Questo personaggio simbolo, nel caso di Rio 2016, è un artista. Si chiama Vik Muniz, è di San Paolo ed è l’artista brasiliano più conosciuto al mondo. Ma non si è mai sottratto dal suo impegno sociale: a maggio ha inaugurato una scuola d’arte che lui ha voluto aprire per i bambin tra i 4 e gli 8 anni della favela Vidigal proprio a rio.

Muniz è stato coinvolto a più livelli dalla macchina organizzatrice. Il più importante è certamente quello di immaginare e fare da regia della cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici che si apriranno il 7 settembre.

Inoltre Muniz ha promosso nei mesi precedenti ai giochi una mobilitazione a livello mondiale di tutti i giovani fotografi creativi, perché attraverso un’apposita app mandassero loro immagini che esprimessero lo spirito dei Giochi.

Oggi queste immagini stampate a grandi dimensioni sono state appese nel villaggio olimpico, sia negli spazi comuni che nelle stanze degli atleti. Ed è un modo per ricordare ai protagonisti quale dovrebbe essere lo spirito “buono” di una competizione come questa. Le foto sono arrivate da tutto il mondo e sono state selezionate dallo stesso Muniz.

Ma Vik Muniz è anche nel comitato di Celebra, un’iniziativa nata all’interno dell’organizzazione dei Giochi e che promuove iniziative artistiche nella metropoli brasiliana. Lo scopo è quello di fare leva sulla fantasia degli artisti per mobilitare la dimensione di amicizia tra i popoli che si trovano a competere sul piano sportivo.

Ad esempio è stata chiamta una grande artista giapponese, Mairko Mori, per fare da congiunzione tra questi giochi brasiliani e i prossimi, che si terranno a Tokyo nel 2020. La scultura è un anello, collocato a Muriqui, Mangaratiba, sulla Green Coast di Rio.

Invece il Barra Olymopic Park, la zona dove si tengono le competizione acquatiche, è stata affidata all’Inhotim Institute, una centro che promuove arte pubblica su grande scala e che ha sede nel Minas Gerais. Inhotim ha affidato il compito ad un’artista, Adriana Varejão, che ha reinterpretato la bellezza delle ceramiche di orgine portoghese, i celebri Azulejos.

Intanto Muniz sta preparando in gran segreto la cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici, con una performance collettiva che si annuncia come la più grande opera d’arte collettiva mai realizzata. Sarà un mosaico a immagini variabili. Ma di più non si sa.


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