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Profughi e migranti: Papa Francesco darà la linea in prima persona

Nasce il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale: darà l'impronta di tutte le azioni della Chiesa in materia di giustizia, pace e salvaguardia del creato. Al suo interno ci sarà una sezione dedicata a profughi e migranti, posta sotto la guida del Sommo Pontefice. Lo Statuto cita esplicitamente anche il disarmo e la questione degli armamenti

di Sara De Carli

Nasce il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Lo ha voluto Papa Francesco in un progetto di riforma che dal 1° gennaio 2017 sopprime e accorpa quattro distinti Pontifici Consigli: il Pontificio Consiglio per la Giustizia e per la Pace, il Pontificio Consiglio “Cor Unum”, il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ed il Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari.

Una Sezione del Dicastero – dice lo Statuto – «si occupa specificamente di quanto concerne i profughi e migranti. Questa sezione è posta ad tempus sotto la guida del Sommo Pontefice che la esercita nei modi che ritiene opportuni».

Il nuovo dicastero – così dice il motu proprio del Papa – sarà «particolarmente competente nelle questioni che riguardano le migrazioni, i bisognosi, gli ammalati e gli esclusi, gli emarginati e le vittime dei conflitti armati e delle catastrofi naturali, i carcerati, i disoccupati e le vittime di qualunque forma di schiavitù e di tortura». Perché tutto insieme? Perché «in tutto il suo essere e il suo agire, la Chiesa è chiamata a promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo alla luce del Vangelo. Tale sviluppo si attua mediante la cura per i beni incommensurabili della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato».

Lo Statuto chiarisce ulteriormente: il Dicastero «assume la sollecitudine della Santa Sede per quanto riguarda la giustizia e la pace, incluse le questioni relative alle migrazioni, la salute, le opere di carità e la cura del creato» e «esprime pure la sollecitudine del Sommo Pontefice verso l’umanità sofferente, tra cui i bisognosi, i malati e gli esclusi, e segue con la dovuta attenzione le questioni attinenti alle necessità di quanti sono costretti ad abbandonare la propria patria o ne sono privi, gli emarginati, le vittime dei conflitti armati e delle catastrofi naturali, i carcerati, i disoccupati e le vittime delle forme contemporanee di schiavitù e di tortura e le altre persone la cui dignità è a rischio».

Fra le attenzioni esplicitamente proprie del nuovo Dicastero, sui cui raccoglierà notizie e risultati di indagini, c’è anche «il disarmo o la questione degli armamenti nonché i conflitti armati e le loro conseguenze sulla popolazione civile e sull’ambiente naturale». Al suo interno sono costituite la Commissione per la Carità, la Commissione per l’ecologia e la Commissione per gli operatori sanitari.

In foto Papa Francesco a Lesbo, nell'aprile 2016 (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)


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