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Terremoto Centro Italia, l’informazione dal basso degli attivisti digitali

Dall’idea di due attivisti digitali nasce un progetto di informazione dal basso che coordina informazioni utili sull’emergenza terremoto. Un esempio di impegno civico

di Mara Cinquepalmi

C’è il benzinaio di Campotosto che, quando gli chiedono se vuole essere aggiunto nella mappa delle risorse utili, non si è fatto pregare ed ha rivelato anche un passato da informatico. C’è la comunità di Openstreetmap che da subito ha contribuito alle attività a supporto dei soccorsi nelle aree interessate al terremoto aggiornando la cartografia.


Tutto merito dei civic hacker, gli attivisti digitali che stanno mettendo a disposizione delle comunità colpite dal sisma del 24 agosto scorso competenze e impegno civico.
È grazie alla loro disponibilità che è nato Terremoto Centro Italia, un progetto nato dal basso che sta coordinando informazioni utili sull’emergenza terremoto.
L’idea è di Matteo Tempestini e Matteo Fortini, due informatici impegnati da tempo sul fronte dell’attivismo digitale. Si sono conosciuti off line ad un hackathon dove lavoravano sui dati delle emergenze ed oggi condividono, insieme ad un centinaio di volontari, questa esperienza.
Terremoto Centro Italia vuole condividere informazioni utili e verificate sul sisma. “All’indomani del terremoto – spiega Matteo Fortini – io e Matteo stavamo commentando on line. Così ci è venuta l’idea di dare una risposta rapida di primo supporto, senza però sostituirci alle fonti istituzionali di informazione, aggregando contenuti utili a tutti provenienti da diverse fonti”.


Per poter collaborare ed essere costantemente aggiornati si possono seguire il gruppo Facebook dove fare segnalazioni, l’account Twitter, quello Telegram per unirsi ai volontari (al momento conta oltre 250 persona ed il numero cresce di ora in ora) ed anche il canale Telegram per ricevere informazioni. Da ieri è possibile anche condividere foto sul gruppo Flickr Terremoto centro Italia.
“È nato prima il gruppo Facebook – spiega Matteo Tempestini – e dalle 500 persone circa del primo giorno oggi siamo a più di 1600. Siamo programmatori, hackers, geologi, giornalisti, comunicatori. Esistono molti profili diversi, ma c’è anche supporto importante di ActionAid Italia e di Openstreetmap”.


Ad oggi sono più di cento i volontari che dai loro computer, dalla Sicilia al Trentino, si alternano per monitorare le richieste di beni di prima necessità sia on line che dal campo, dove gli attivisti partiti per aiutare la protezione civile e i residenti raccolgono e inviano informazioni che poi i civic hacker monitorano e aggiornano.
“Stiamo ricevendo molti riscontri. C’è tanta gente che fornisce informazioni, il sito funge da aggregatore e, quindi, è un punto di riferimento per molti. In tanti poi si aggregano anche per sviluppare con noi il progetto”, continua Tempestini.


Gestire un progetto di informazione dal basso vuol dire monitorare costantemente tutti i canali di informazione attivi, moderare i contenuti, strutturare i dati raccolti e divulgare grazie ai social e sul sito tutto il materiale raccolto.
“Non vogliamo – continua Fortini – fare un esercizio di stile, ma vogliamo che ci usino come strumento. Non ci interessa vedere i nostri nomi, l’importante è che il progetto sia utile”.
Gli attivisti guardano avanti perché, passata l’emergenza, ci sarà ancora tanto da lavorare. “Nel futuro – conclude Tempestini – contiamo di andare avanti per tenere aggiornato tutto questo materiale e fornirlo a chi potrà usufruirne”.


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