Cooperazione & Relazioni internazionali

500mila bambini a rischio trafficanti

Ad un anno dalla morte di Aylan Kurdi, la situazione dei bambini migranti rimane tragica. Secondo UNICEF da gennaio 2015 sono mezzo milione i minori che sono venuti in contatto con i trafficanti durante il viaggio in Europa

di Redazione

È passato esattamente un anno dalla morte di Aylan Kurdi, il piccolo siriano trovato morto sulla spiaggia di Budrum, in Turchia. La foto del suo corpicino riverso aveva fatto il giro del mondo, milioni di voci si erano levate al grido di "mai più", eppure a 12 mesi di distanza la situazione dei bambini profughi in Europa non è migliorata neppure lontanamente.

Sono circa mezzo milione i bambini rifugiati e migranti che si ritiene siano venuto in contatto con i trafficanti durante gli spostamenti. A rendere pubblico questo dato, l’Unicef che sottolinea come l’attesa nel limbo alle porte dell’Europa e la disperazione abbia condotto circa 500mila minori nelle mani di criminali pronti a sfruttare la loro vulnerabilità. I dati pubblicati questa settimana da Eurostat rivelano che dal gennaio 2015 più di 580.000 richieste di asilo sono state presentate da parte di bambini in Europa*. Secondo un recente rapporto di Europol-Interpol oltre il 90% degli spostamenti effettuati da rifugiati e migranti che arrivano nell'UE sono stati favoriti da trafficanti che lavorano per reti criminali: è stimato che almeno mezzo milione di bambini si siano rivolti ai trafficanti ad un certo punto nei loro viaggi. I minorenni non accompagnati sono quasi 100.000 rispetto al totale e sono particolarmente a rischio di rivolgersi ai trafficanti.


"La chiusura delle frontiere ufficiali è stato come aver chiuso le porte, ma lasciato le finestre aperte; questo spinge i bambini, in particolare quelli non accompagnati, ad affrontare rischi maggiori", ha detto Marie-Pierre Poirier, Coordinatore speciale UNICEF per la crisi dei Rifugiati e dei migranti in Europa. "Gli Stati dovrebbero costruire sistemi di protezione più forti per i bambini, non costruire muri più alti".

Anche se l'ondata di rifugiati e migranti sta rallentando, chiusura delle frontiere, politiche migratorie rigide e l'accordo UE-Turchia hanno portato questi gruppi criminali ad adattare le rotte tradizionali utilizzate per il traffico di droga e armi per trasferire rifugiati e migranti.

"Politiche di controllo dalle migrazioni piuttosto che i diritti reali e urgenti e le esigenze dei bambini rifugiati e migranti hanno spesso guidato gli Stati nella loro risposta. Se ci fossero alternative sicure e legali, i bambini e le loro famiglie non sarebbero costrette a finire nelle mani dei contrabbandieri e dei trafficanti che portano molti di loro verso pericoli su rotte irregolari".

Il traffico e la tratta di esseri umani si stima che abbia un valore di circa 5-6 miliardi di dollari l'anno. Poiché il numero di persone che effettuano viaggi pericolosi è calato, l'Europol ritiene che questi criminali abbiano triplicato i loro prezzi, con molti migranti che ora pagano fino a 3.000 euro per ogni singola tappa del loro viaggio. I bambini spesso contraggono un debito con questi criminali per essere trasportati. Per far fronte a questi debiti sono spinti a correre maggiori rischi di sfruttamento da parte dei contrabbandieri, con segnalazioni di minorenni non accompagnati in Francia e in Italia costretti a subire favori sessuali, a lavorare e a commettere crimini.


Per aiutare a proteggere i bambini rifugiati e migranti, l'UNICEF lancia un appello urgente per compiere maggiori sforzi per documentare il contrabbando e il traffico mirato sui bambini coinvolti nelle migrazioni. Nei paesi di transito, in particolare in Grecia e in Italia, è fondamentale che chi si occupa di protezione dell'infanzia sia formato per fornire consulenza individuale e sostegno a tutti i bambini rifugiati e migranti vulnerabili, con particolare attenzione a quelli non accompagnati e separati. Inoltre fondamentale, secondo UNICEF, ottenere una più rigorosa raccolta di dati qualitativi relativi.

Quando la qualità della risposta migliora – e comprende un colloquio individuale entro 72 ore, un migliore accesso alle informazioni, la nomina di un adulto di riferimento, come un tutore, un regolare feedback sulla loro vicenda e un migliore accesso all'assistenza legale- il rischio che i bambini fuggano inosservati per continuare il loro viaggio con i trafficanti, diminuisce significativamente. L'UNICEF ha istituito team mobili in aree strategiche gli esperti di protezione dell'infanzia per fornire servizi ai bambini migranti e per aiutare rapidamente ad identificare i bambini che possono cadere vittime di traffico e di tratta. Ad esempio, personale specializzato e partner presso i centri per i bambini non accompagnati ad Atene (nella città e intorno) e nel porto di Lampedusa (in Italia) stanno contribuendo ad identificare ed assistere donne e ragazze che possono essere vittime di sfruttamento sessuale. L'UNICEF è anche impegnato nel monitorare ed analizzare l'impatto del traffico e della tratta sui bambini rifugiati e migranti.

I dati Eurostat sulle richieste di asilo di minorenni negli ultimi 19 mesi indicano un totale di 586.645 richieste presentate in tutta Europa, di cui 560.140 richieste di asilo presentate nei paesi dell'UE. Mentre il totale può includere qualche doppio conteggio di bambini, in particolare quando la richiesta d’asilo è stata presentata in più di un paese, il totale non include quei bambini rifugiati o migranti che non hanno chiesto/non possono chiedere asilo.

Foto: Dan Kitwood/Getty Images


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