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Economia & Impresa sociale 

Disabilità: troppe disparità territoriali, l’Onu ci chiede di superarle

Dieci pagine e 88 punti, tanto è dettagliato il report dell’Onu sullo stato di attuazione in Italia della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. Primo punto critico per l’Italia è la molteplicità delle definizioni della disabilità, tanto nelle leggi quanto fra una regione e l’altra, che producono una differente garanzia di accesso ai servizi.

di Sara De Carli

Dieci pagine e 88 punti, tanto è dettagliato il report dell’Onu sullo stato di attuazione in Italia della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità. L’apposito comitato dell’Onu ha fatto un esame della realtà italiana a fine agosto a Ginevra e ora ha pubblicato le considerazioni finali, mosse all’Italia dal Committee on the Rights of Persons with Disabilities (CRPD).

Il primo punto critico per l’Italia, ripetuto e fondamentale, è la molteplicità delle definizioni di disabilità, tanto nelle nostre leggi quanto fra una regione e l’altra, il cui effetto è una differente garanzia nell’accesso ai servizi, a seconda della regione in cui si vive. La disabilità in Italia, inoltre, continua continua a essere vista partendo da una prospettiva medica e sanitaria, non dalla prospettiva di diritti che sta alla base della Convenzione. Quindi la prima azione "suggeritaci" dal CRPD è quella di adottare un cincetto di disabilità in linea con la Convenzione e di assumerlo dentro tutte le leggi italiane: insomma, serve una armonizzazione delle leggi, in maniera omogenea, per superare le attuali differenze territoriali (qui il testo completo).

Il secondo punto è la ancora scarsa considerazione delle persone con disabilità nelle scelte che le riguardano. Punto terzo, la scarsità di dati sui minori con disabilità, in particolare sotto i 5 anni: il comitato raccomanda l’avvio di una raccolta dati ed esprime preoccupazione per una cornice in cui i bambini con disabilità sono assenti dalle politiche sulla povertà minorile.

Sull’articolo 19 della Conveznione Onu, che focalizza sulla vita indipendente, siamo stati “bacchettati” pesantemente: il Comitato ha espresso profonda preoccupazione per il trend di re-istituzionalizzazione delle persone con disabilità e il fatto che i fondi non siano riallocati per progetti di vita indipendente. il Comitato ha espresso preoccupazione anche per I bambini sordi, che non hanno interpreti del linguaggio dei segni nelle scuole.

Tutte queste considerazioni, come le altre contenute nel report, saranno sullo sfondo della Conferenza Nazionale sulla Disabilità che si terrà a Firenze il 16-17 settembre.

Foto Getty Images


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