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Migranti, una nuova nave salpa nel Mediterraneo per ricerca e salvataggio

Entro il 10 settembre la Vos Hestia, imbarcazione in grado di soccorrere e accogliere 300 persone per volta, solcherà il Mare Nostrum con l’obiettivo di salvare vite umane, in coordinamento con la Guardia costiera e gli altri enti preposti. Ecco tutti i dettagli

di Redazione

Rispetto allo scorso anno, il numero dei bambini che attraversano il Mediterraneo ha avuto un notevole incremento e il 90% dei minori sbarcati sulle coste italiane nel 2016 lo ha fatto senza i propri genitori. Al 31 luglio 2016, i minori sbarcati in Italia erano 15.152, a fronte di 8.965 nello stesso periodo del 2015 (Fonte: Ministero dell’Interno). Migranti e rifugiati in fuga da guerre, persecuzioni e povertà estrema affrontano viaggi sempre più pericolosi per raggiungere le coste europee: più di 3mila persone hanno già perso la vita quest’anno durante la traversata, un dato che segna un aumento di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo nel 2015. La grande maggioranza di queste morti silenziose è avvenuta nel tratto tra il nord Africa e l’Italia.

Per contrastare queste morti tanto numerose quanto evitabili, Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e tutelarne i diritti, dà il via a una nuova importante operazione di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo. Dalla seconda settimana di settembre infatti, una nave in grado di soccorrere e accogliere 300 persone per volta sarà infatti operativa con l’obiettivo di salvare quante più vite possibile.

Secondo Save the Children, che opera in Italia nelle aree di sbarco della frontiera sud da oltre di 8 anni contribuendo a proteggere i bambini fin dal momento del loro approdo sulle nostre coste, l’urgenza della situazione attuale impone l’adozione di misure supplementari. L’Organizzazione supervisionerà le operazioni umanitarie condotte sulla nave e fornirà personale specializzato, tra cui un coordinatore, mediatori culturali, specialisti in protezione dell’infanzia, personale sanitario e logisti. La Guardia Costiera italiana, che è l’organizzazione che coordina tutte le operazioni di ricerca e soccorso in mare in quell'area, dirigerà l’unità verso le imbarcazioni con migranti bisognosi di aiuto.

“I bambini migranti sono prima di tutto dei bambini. A prescindere dal motivo della loro fuga, hanno il diritto di essere al sicuro. Abbiamo l’obbligo di proteggere i bambini e le loro famiglie sia quando si trovano già in Europa, sia durante il viaggio pericoloso e spesso fatale che affrontano,” ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “Le cause di questo fenomeno sono complesse e molteplici, ma la nostra risposta è semplice: dobbiamo impedire che altri bambini muoiano in mare. Ci appelliamo agli Stati europei affinché sostengano l’Italia nelle operazioni di ricerca e salvataggio: la priorità di tutti dovrebbe essere quella di salvare vite umane, non il controllo delle frontiere. Il Mediterraneo non può continuare ad essere una fossa comune per i bambini”.

“Abbiamo deciso di intervenire in mare perché siamo convinti che, nonostante gli sforzi straordinari già messi in atto da parte delle autorità e delle ONG, la nostra operazione di ricerca e salvataggio possa apportare un valido contributo in termini di vite strappate alla morte,” spiega ancora Valerio Neri.

La nave, che batterà bandiera italiana e sarà soggetta alle leggi del nostro Paese, sarà di stanza ad Augusta. Sarà dotata di due gommoni più piccoli gestiti da squadre di salvataggio specializzate, che eseguiranno le operazioni di soccorso, salvando i migranti in difficoltà nel caso in cui l’imbarcazione dove si trovano si sia capovolta o stiano annegando. Le persone soccorse verranno poi trasferite sulla nave principale, dove le squadre specializzate di Save the Children saranno a disposizione per fornire loro assistenza, cibo e acqua, spazi sicuri per i bambini e assistenza medica. Saranno anche presenti traduttori e mediatori culturali per garantire che le reali esigenze dei migranti vengano comprese e la comunicazione avvenga in modo efficace ed empatico, in particolare nella spiegazione di ciò che avverrà loro in seguito allo sbarco. La nave trasferirà poi i migranti verso un porto sicuro in Italia.

Il team di bordo di Save the Children farà riferimento alle attività di risposta dell’Organizzazione e alle collaborazioni già attive in Italia al fine di garantire che i bambini ricevano il sostegno di cui hanno bisogno al momento dell’arrivo.

In particolare, l’Organizzazione continuerà ad operare a supporto dei minori stranieri non accompagnati che compiono da soli il pericolosissimo viaggio per arrivare in Italia e il cui numero nel 2016 è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (al 31 luglio 2016, sono arrivati 13.705 minori non accompagnati a fronte di 6.354 dello stesso periodo del 2015), pari al 90% di tutti i bambini arrivati via mare.

In moltissime parti del continente africano, i conflitti, le persecuzioni e la povertà estrema minacciano la vita dei bambini. Con i conflitti brutali in corso nel Medio Oriente e 60 milioni di persone in fuga in tutto il mondo, la crisi migratoria è il banco di prova morale di una generazione. I bambini continueranno a rischiare tutto in cerca di sicurezza e di un futuro migliore.

“Il lavoro di Save the Children partirà a bordo della nave, dove il nostro personale individuerà i bambini più vulnerabili e quelli non accompagnati, cercando di stabilire le loro necessità, fornendo loro assistenza sanitaria e i primi interventi di sostegno psicologico. Una volta a terra, i bambini saranno collocati in strutture di accoglienza adeguate in cui possano ritrovare la loro infanzia: un luogo in cui siano al sicuro, protetti, nutriti, dove possano avere accesso all’educazione e al sostegno psicologico. In tal modo auspichiamo che sempre meno bambini diventino invisibili e scompaiano nel nulla una volta arrivati in Europa. Solo così potremo restituire loro la propria infanzia e il proprio futuro,” conclude Neri.

Save the Children opererà in ogni momento in stretta collaborazione con le autorità e le altre ONG che lavorano nel Mediterraneo. La priorità sarà sempre quella di salvare vite umane, in particolare quelle dei bambini più vulnerabili.

La guardia Costiera Italiana ha dimostrato grande apprezzamento per il contributo alle operazioni di ricerca e salvataggio delle organizzazioni non governative e in recenti incontri ha evidenziato come con esse condivida un obiettivo comune: salvare le vite in mare.

Le esigenze dei migranti e dei rifugiati non si esauriscono nel momento dello sbarco. Una volta arrivati in Italia, hanno bisogno di cibo, riparo, consulenza legale, servizi sanitari e protezione dai trafficanti. Molti di loro hanno affrontato esperienze terribili nel lungo viaggio verso l’Italia, tra cui la fame, gli abusi perpetrati da bande criminali, lunghi viaggi a piedi attraverso il deserto, stupri e torture. Tra loro, i minori non accompagnati rappresentano la categoria più vulnerabile.

Fino a quando l’Unione Europea non fornirà canali sicuri e legali per permettere ai migranti di presentare richiesta d’asilo nei Paesi d’origine e di transito, nel rispetto dei diritti umani e della loro dignità, le persone continueranno a rischiare la vita per raggiungere la salvezza in Europa. Inoltre, se l’Europa non sarà in grado di registrare e monitorare i minori in transito, i bambini vulnerabili continueranno a sparire nelle maglie del sistema esistente.

L’Organizzazione si appella ai leader mondiali affinché venga incrementato il numero dei reinsediamenti dai Paesi di origine e vengano garantite procedure più flessibili per il ricongiungimento familiare e altri tipi di visti, inclusi i visti umanitari ai rifugiati. Il vertice sulle migrazioni organizzato da Obama che si terrà a settembre rappresenta un’opportunità importante per i leader di tutto il mondo di intraprendere la strada del cambiamento verso soluzioni e risposte efficaci ed adeguate che garantiscano la tutela dei diritti dei minori migranti come previsti dalle convenzioni internazionali. Questa importante occasione non deve essere sprecata.

È infatti necessario un piano a lungo termine per affrontare le cause delle migrazioni a rischio e di quelle forzate, tra cui i conflitti, la povertà estrema, le violazioni dei diritti umani e il cambiamento climatico. L’eliminazione delle reti dei trafficanti non fermerà le persone che fuggono per salvare la propria vita. Maggiori investimenti per la creazione di posti di lavoro e il miglioramento dell’istruzione nei Paesi da cui queste persone provengono o transitano sono necessari per salvare vite, fornendo così un’alternativa credibile alla migrazione. La responsabilità è di tutti e va condivisa globalmente. Save the Children lancia quindi un appello per raccogliere i fondi di cui c’è urgente bisogno per salvare vite in mare.