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Sistema duale, fra sperimentazione e riforma costituzionale

Mentre è in fase di avvio la sperimentazione in 300 centri di formazione professionale del sistema duale, a Firenze un seminario fa il punto sui nuovi scenari.

di Redazione

Era gennaio 2016 quando presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il Sottosegretario Luigi Bobba firmò con gli Assessori Regionali alla Formazione dei protocolli di intesa con cui si dava l'avvio alla sperimentazione in Italia del Sistema Duale (alternanza scuola-lavoro). Ora la sperimentzione è partita. La misura è volta a promuovere, in maniera innovativa, la formazione dei giovani e a favorire la transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro partendo dall’alternanza scuola-lavoro. L’obiettivo è portare 60mila ragazzi in un biennio a conseguire un titoli di studio con un percorso formativi che realizzasse una effettiva alternanza scuola-lavoro. Le strade sono diverse (qui il sito dedicato): per una parte dei giovani studenti l'apprendimento in impresa avverrà tramite un contratto di apprendistato di primo livello, mentre per l'altra parte avverrà attraverso l'introduzione dell'alternanza "rafforzata" di 400 ore annue a partire dal secondo anno del percorso di istruzione e formazione professionale, a cui si aggiunge anche la possibilità di fare un’esperienza di impresa formativa simulata (qui il vademecum). La sperimentazione del sistema duale parte da 300 centri di formazione professionale, in tutta Italia. Per la sperimentazione sono stati stanziati ulteriori 87 milioni di euro – sia per il 2015 che per il 2016 – in aggiunta ai 189 milioni già previsti per la Istruzione e formazione professionale, ripartiti tra le Regioni e le Province Autonome.

Di questa sperimentazione e dell’obiettivo della messa a regime in tutto il Paese del sistema (oggi a base regionale) della formazione professionale, si discute in questi giorni a Firenze alla XXVIII edizione del Seminario Europa, dedicata quest’anno alla “Sperimentazione duale in Italia. Un passo per un sistema strutturato di Formazione Professionale nelle Politiche Attive del Lavoro”: un’iniziativa ideata dal CIOFS-FP (Centro Italiano Opere Femminili Salesiane – Formazione Professionale) in collaborazione con l’Associazione di categoria FORMA.

«Da qualche tempo nel nostro Paese avvertiamo che l’attenzione e la considerazione nei confronti della Formazione Professionale sono cresciute: si è compreso che si tratta di uno strumento necessario a favorire l’occupazione giovanile», dichiara Lauretta Valente, Presidente del CIOFS-FP. Lo stesso Referendum sulla Costituzione costituisce un’occasione di riflessione sul tema, dato che si prevede la competenza statale sulle “disposizioni generali e comuni” in materia di Istruzione e Formazione Professionale, oggi settore di pertinenza regionale. Il tema è rilevante soprattutto se si considera che la Formazione Professionale è efficace proprio per la peculiare forma di apprendimento pratico di un mestiere, parte in aula e parte all’interno delle imprese: partita nell’anno 2003/2004 con alcune migliaia di giovani, oggi l’Istruzione e Formazione Professionale su base regionale è arrivata ad accogliere ben 329.387 allievi (dati ISFOL Anno Formativo 2014-2015). Un trend significativo e in continua crescita, con un successo occupazionale a breve termine pari al 50% (al Nord raggiunge anche il 60%).

A chiudere il seminario sarà domani il sottosegretario Luigi Bobba, oggi è il giorno del confronto con le esperienze di altri Paesi, ieri si sono poste le premesse per ragionare davvero di un sistema nazionale, giacché oggi, nonostante i numerosi interventi che avvicinano scuola e impresa, si deve prendere ancora atto del paradosso per cui il segmento del sistema educativo più professionalizzante – l'Istruzione e Formazione Professionale – non è ancora consolidato a livello nazionale e non ci sono le condizioni per garantire l’accesso a tutti gli allievi interessati.


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