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Napoli, dove il teatro è l’alternativa al degrado

A San Giovanni a Teduccio, quartiere delle periferia orientale della città partenopea, vent'anni fa è nata l'associazione “Gioco immagine e parole” per insegnare ai bambini «che esistono altre alternative al degrado», racconta a Vita.it la fondatrice Mariarosaria Teatro. Quell'esperienza si è trasformata in un gruppo di teatro sociale, A’ Menest(t)a, che insieme ad un altro collettivo ha dato vita a "Nest, Napoli Est Teatro", una delle realtà più vitali del panorama culturale italiano

di Anna Spena

«Ma perché dalle nostre parti i bambini non possono avere i lori spazi? I bambini sono tutti uguali». È stata questa la prima cosa a cui ha pensato Mariarosaria Teatro quando vent’anni fa per caso si è trovata a Modena e ha visto i bambini che giocavano – in spazi ttti per loro – in alcune zone della città.

Ed è da quel “caso” che una volta tornata a casa, a San Giovanni a Teduccio, quartiere della periferia orientale di Napoli, ha fondato l’associazione “Gioco immagine e parole”. Per loro, per quei bambini nati nella “periferia difficile” di una città difficile.

«La prima cosa che ho fatto», racconta Mariarosaria, «è stata andare in comune e quasi pretendere la gestione di alcuni spazi pubblici: io, e le altre 12 persone che hanno iniziato con me quest’avventura, abbiamo deciso di abbellirli e riempirli di giocattoli per quei bambini che meritavano di più. Succede che sei già a metà del percorso della formazione quando gli educhi al bello: questo può accadere solo se anche gli spazi dove vivono diventano belli».

Oggi da 12 i volontari dell’associazione sono diventati 50 e Mariarosaria ha quasi abbandonato del tutto il suo lavoro da avvocato, perché «la maggior parte del mio tempo la dedico a costruire un rapporto con questo territorio», sorride.

Sono tanti i bambini del quartiere che sono passati da qui. L’attività si è divisa in due filoni: quello della ludoteca per i bambini tra i 6 e 12 anni. «Li andiamo a prendere direttamente dalle classi», ironizza Mariarosaria; e il gruppo del teatro sociale A’ Menest(t)a per i ragazzi fino ai vent’anni.

«Attraverso il teatro», spiega Mariarosaria, «i ragazzi più grandi raccontano le patologie della società in cui vivono: la violenza e la camorra solo all’ordine del giorno». Nel numero di Vita – Periferie al Centro – disponibile nelle edicole e nei Mondadori Store da oggi 9 settembre, Anna Detheridge, racconta il passo successivo che è riuscito a compiere questo gruppo teatrale. Unitosi a dei veri e proprio attori hanno fatto nascere Nest, Napoli est teatro una delle realtà più vitali di tutto il teatro italiano…

Perché è cosi importate lavorare sulle periferie e sui giovani che le abitano?: «Per insegnare altri linguaggi rispetto a quelli che sono abituati a sentire. Il teatro, il cinema, la cultura rappresentano la possibilità si dire “c’è altro. Puoi scegliere". È deprimente raccontare la bugia che non esistono altre alternative al degrado».


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