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Boschi ammette l’errore e reintegra Meter nell’Osservatorio

L'associazione di don Fortunato di Noto, inizialmente esclusa, è stata reintegrata nell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pedopornografia. Il ministro ha chiarito: «Siete stati, siete e sarete come sempre punto di riferimento nella lotta senza quartiere alla pedofilia»

di Lorenzo Maria Alvaro

L'associazione Meter di don Fortunato di Noto entra nell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pedopornografia. Dopo le polemiche derivanti dall’assurda esclusione di uno dei fondatori dello stesso osservatorio, il ministro Maria Elena Boschi è tornata sui suoi passi e in poche ore ha chiuso il caso, comunicando telefonicamente al sacerdote di Avola di essere presente all'interno dello stesso.

Il ministro aveva firmato il 30 agosto il decreto che definisce la composizione nell'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile chiamando a far parte della commissione il Telefono Azzurro, Save the children, Terres des hommes, vari funzionari ministeriali, forze dell’Ordine ed altre realtà, ma non l’Associazione Meter Onlus guidata dal sacerdote che da decenni si batte da Avola contro la pedofilia e il caso era finito anche in prima pagina su Avvenire, il quotidiano della Cei.

L’esclusione è stata frutto di un errore. La Boschi ha riferito a don Di Noto che «Meter svolge un lavoro decisivo e perché siete stati, siete e sarete come sempre punto di riferimento nella lotta senza quartiere alla pedofilia». L’esclusione di Mater era stata figlia di un automatismo: le associazioni nazionali con collegamenti internazionali come Terres des Hommes, Unicef e Save the Children hanno una dimensione che le pone a livello di requisiti formali in una condizione di maggiore forza per accedere all’Osservatorio, Meter è realtà apparentemente circoscritta, anche se attivissima e soprattutto “madre” dell’Osservatorio. Allarme rientrato.


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