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Cooperazione & Relazioni internazionali

George Soros: «Ecco 500 milioni per i migranti»

«Investirò in start-up, società, iniziative sociali e tutte le attività intraprese da migranti e rifugiati» ha dichiarato il finanziere ungherese. Per Soros, i capitali privati «possono giocare un importante ruolo» nelle questioni sociali

di Marco Dotti


Nato a Budapest nel 1930, cittadinanza statunitense, il finanziere George Soros è tra gli uomini più ricchi – con un patrimonio personale stimato in 25miliardi di dollari -, influenti, potenti e, ovviamente, criticati al mondo. Non c'è ipotesi di complotto, dalle più verosimili alle più fantasiose, che non lo veda protagonista.

Fatto sta che, oltre a una ben nota attività speculativa, Soros è molto attivo nel campo della filantropia e con le attività del network delle Open Society Foundations – il nome "società aperta“ è un omaggio al suo insegnante Karl Popper – è a dir poco mal visto nei Paesi dell'ex blocco sovietico e in quelli dai regimi – e dalle maniere – forti.

Ieri, in un articolo apparso sul Wall Street Journal, Soros ha dichiarato di essere pronto a investire 500milioni di dollari in favore di imprese, attività, start-up avviate da immigrati e rifugiati. Nelle intenzioni di Soros queste attività dovrebbero rispondere tanro ai bisogno delle comunità di arrivo, quanto a quelli degli immigrati.

Il Presidente di Soros Fund Management LLC spiega di essere alla ricerca di «buone idee per investire», diversificando «in una molteplicità di settori, tra i quali la tecnologia digitale». Per Soros – non è una novità, ma ieri lo ha ribadito – l'innovazione nel digitale può rappresentare un punto si svolta nella trasparenza delle decisioni e dell'amministrazione della cosa pubblica, oltre che in tema di «sanità, servizi economici e giuridici».

Soros ha però tenuto a precisare che la sua è una scelta di campo: i capitali privati – ha sottolineato il finanziere – «possono avere un ruolo» nelle questioni sociali, «in particolare nel prestare aiuto ai migranti».


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