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Milano No Slot: ecco i numeri e i progetti

In un convegno a Milano si è fatto il punto sui progetti di prevenzione dell'azzardo in città. Majorino: «Abbiamo fatto molto, ma siamo solo all'inizio. Milano ha saputo dire no all'azzardo, ma dobbiamo impegnarci affinché questo no diventi sempre più forte»

di Redazione

«Abbiamo fatto un primo bilancio del percorso iniziato sette mesi fa con cinque progetti che ci hanno fornito risultati interessanti mettendo in evidenza la capacità di lavorare insieme di istituzioni e associazioni attive sul territorio. Abbiamo gettato le basi per proseguire. Siamo infatti consapevoli che ancora molto c’è da fare sia sul fronte della prevenzione del gioco d’azzardo patologico, sia sul fronte del contrasto di interessi e attività, legate al gioco che in particolari luoghi e orari certamente possono rappresentare un problema per la vita di moltissime persone in molti quartieri» ha affermato questa mattina l’assessore alle Politiche sociali e Salute del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, alla presentazione dei risultati dei 5 progetti della campagna ‘Milano No Slot’ finanziati da Regione, Ats e Comune di Milano per Milano, tenutasi oggi a Palazzo Marino. L'emergenza cresce e sul territorio oramai le slot sono usate per far cassa un po' da tutti, anche – notizia di oggi – da usurai.

«Come Assessorato – ha poi spiegato l’assessore al Commercio Cristina Tajani – in questi anni siamo stati molto attivi nel monitorare il fenomeno della diffusione di slot e simili su tutto il territorio comunale verificando il rispetto delle distanze minime dai luoghi sensibili come scuole, ospedali e chiese. Nel contempo abbiamo avviato diverse azioni di comunicazione rivolte a cittadini e commercianti sensibilizzandoli alle problematiche del gioco d’azzardo»

Nel 2014 il Comune di Milano, per tutelare le fasce più a rischio (studenti, anziani, persone sole) ha emesso un’ordinanza per regolamentare gli orari di funzionamento degli apparecchi slot e video lottery stabilendo che possano funzionare solo dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23 di tutti i giorni, festivi compresi. Un'inchiesta del Fatto quotidiano ha però dimostrato come la sala giochi di un grande concessionario di Stato avrebbe dato disposizioni per disattendere il regolamento comunale. Le regole ci sono, ma forse tra le priorità va posta anche un impegno ancora più vigile nella loro effettiva applicazione.

L’assessore Tajani ha ricordato che solo nell‘ultimo anno grazie al lavoro congiunto di Polizia Locale e Polizia di Stato sono stati emessi oltre 880 verbali che hanno portato a 391 provvedimenti, di cui 319 diffide e 72 sospensioni dell’attiva da un minimo di 1 a un massimo di 5 giorni di chiusura. Hanno riguardato soprattutto il non rispetto dell’ordinanza degli orari di esercizio degli oltre 7.000 apparecchi tra slot e video lottery presenti in circa 1.700 esercizi in città.

68 progetti finanziati dalla Regione su tutto il territorio lombardo, ha poi spiegato l'assessore al Territorio, Urbanistica e Città Metropolitana di Regione Lombardia Viviana Beccalossi, hanno coinvolto circa 700 Comuni, 300 scuole, 250 soggetti del terzo settore, «creando una rete estesa e funzionante contro la piaga sociale del gioco d’azzardo patologico. Un’esperienza che non vogliamo disperdere, perché siamo riusciti a costruire un n piccolo patrimonio capace di fare della Lombardia il punto di riferimento nazionale della lotta alla ludopatia. Regione Lombardia e Comune di Milano, su questo tema, hanno dimostrato che le istituzioni, seppur di colore politico diverso, devono e possono agire con un solo obiettivo, il bene comune».

I risultati dei progetti parlano di un milione e ottocentomila contatti su tutta la popolazione, 32.000 con studenti in 7 plessi scolastici, 650 con insegnanti in 22 plessi scolastici, 11.000 con anziani nei centri socio ricreativi. E di 856 persone agganciate dalla help line 335.1251774 con cui è stato mantenuto un contatto diretto e reciproco. Tra le persone che hanno chiamato il 75% ha detto di essere giocatore attivo, il 38% da almeno dieci anni, il 32% da meno di uno. Il 72% delle persone che hanno chiamato sono uomini. Tra i familiari (il 18% delle chiamate) l’82% è costituito da donne.

I cinque progetti di ‘Milano No Slot’ sono stati finanziati dal Comune di Milano (50.000 euro), Regione Lombardia (200.000 euro), Ats per Milano (50.000 euro) e hanno coinvolto più di 30 soggetti attuatori (con e senza portafoglio) e una cabina di regia. Le linee di intervento sono state cinque: comunica e informa; osserva e certifica; ascolta; accogli e orienta; educa e forma. Nel dettaglio, si sono concretizzati in: piattaforma web, spot; campagna di comunicazione ed informazione a sostegno dei servizi, a cura di Rosso Film e Banda degli Onesti; mappatura territoriale partecipata e attivazione della comunità, peer education ed incentivi agli esercenti per la dismissione, realizzati dalla Cooperativa A77, Associazione Comunità Nuova, Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione insieme con Auser e Feder Consumatori; help line, App e campagne di sensibilizzazione, da Ce.A.S. (Centro Ambrosiano di Solidarietà) e Telefono Donna; sportello di orientamento per i familiari (legale, psicologico e di supporto sui temi dell’indebitamento finanziario) ed incontri di sensibilizzazione per gli anziani sul territorio, da Fondazione Caritas Ambrosiana, Ordine degli Avvocati, Fondazione San Bernardino e Associazione azzardo e Nuove dipendenze; interventi di prevenzione nelle scuole, di informazione formazione su famiglie e docenti, da Associazione Orthos e Cuore e Parole Onlus.


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