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Finlandia: 15mila in marcia per dire basta alla violenza e all’odio contro i rifugiati

La morte di un giovane avvocato e attivista dei diritti umani, di cui è accusato il leader di un movimento di estrema destra ha spinto moltissimi finlandesi nelle piazze della capitale e di altre città del Paese. Tra loro anche il Primo Ministro Sipila che ha dichiarato: «dobbiamo fermare questa violenza»

di Marco Dotti

Più di 15mila persone sono scese in piazza oggi a Helsinki per protestare contro razzismo e violenza dell'estrema destra. Dopo la morte di un uomo avvenuta negli scorsi giorni, in seguito a un'aggressione neonazista.

La protesta è stata organizzata sui social network, in particolare con un gruppo su facebook chiamato "Peli Poikki!” (Fermiamoli adesso!), dopo l'assassinio di Jimi Karttunen, un ragazzo di 28 anni massacrato a calci e pugni. Accusato dell'omicidio è Jesse Tornianen, leader di un movimento di estrema destra ora agli arresti, che nega però ogni responsabilità.

Non solo nella capitale, ma in tutta la Finlandia sono ostate organizzate marce e raduni per dire basta. A Kuopio, si è visto anche il Primo Ministro Juha Sipila, segno che la situazione è davvero grave, tanto che lo stesso Sipila ha dichiarato che saranno presto presi provvedimenti, forse già lunedì o martedì. Il Primo Ministro ha ribadito ai media che «la maggior parte dei finlandesi è preoccupata per la violenza contro stranieri e immigrati». Resta però il fatto che, nel Paese, come più volte abbiamo raccontato su Vita, c'è una grande tensione.

Karttunen, il ragazzo ucciso, era un noto avvocato e attivista dei diritti umani e il 10 settembre scorso stava partecipando a una protesta simile quando chiese a un gruppo di contestatori di estrema destra smetterla di sputare in direzione dei manifestanti. Ne è nata una rissa e, dalle ricostruzioni, Karttunen è caduto battendo la testa. È morto dopo una settimana. L'accusato, Jesse Torniainen, 26 anni, è invece un leader di Suomen vastarintaliike, il movimento denominato "resistenza finlandese" che, in un primo momento, avrebbe rivendicato l'aggressione definendolo un atto di disciplina.

«La politica del silenzio ha fatto crescere l'odio e la violenza», si legge sulla pagina Facebook che ha lanciato la manifestazione. Una violenza contro immigrati e profughi che è cresciuta non solo in Finlandia, ma in tutta l'area nordica, dove si sono rafforzate le reti di movimenti, gruppi e militanti di neodestra.

A suscitare preoccupazione, anche tra i meno estremisti, sono i numeri: 32.500 migranti hanno cercato asilo in Finlandia ne 2015, anche se la percentuale di richieste è scesa a -53%. Su queste paure fanno leva i neonazisti. Nel nord del Paese, dal 2015 si è costituito anche un gruppo di "autodifesa", I Soldati di Odino, che si sta rapidamente diffondendo e facendo presa sull'immaginario sociale. Contro queste paure, oggi, sono scesi in piazza decine di migliaia di finlandesi.

In copertina: una immagine della manifestazione antirazzista di oggi, sabato 24 settembre (Roni Rekomaa/AFPGetty Images)


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