Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

Così ci stiamo mangiando il suolo

Negli anni 50 il suolo consumato in Italia era il 2,7% della superficie nazionale, oggi siamo arrivati al 7% e il fenomeno non pare arrestarsi. Per fermare questa deriva è nata People4Soil. Obiettivo: raccogliere un milione di firme affinché venga adottata una legislazione specifica in materia di protezione del suolo

di Sara Bragonzi

Il suolo è un ecosistema vivente, una risorsa limitata, non rinnovabile, insostituibile, essenziale per la vita e la salute dell’uomo e dell’ambiente tutto.

Negli anni 50 il suolo consumato in Italia era il 2,7% della superficie nazionale, pari a poco più di ottomila chilometri quadrati. Ma da allora è continuato a crescere ed è arrivato nel 2014 a ben 21,000 chilometri quadrati ovvero il 7% dell’intera superficie e non pare arrestarsi nonostante la popolazione stia diminuendo (Fonte: ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Il consumo di suolo in Italia, 2015). In questo dato sta tutta la drammaticità della situazione. Situazione ancor più grave visto che le percentuali maggiori di consumo sono proprio in Pianura Padana dove il terreno è di ottima qualità e permetterebbe le più alte rese agricole.

Non va meglio in Europa dove le aree urbanizzate coprono un’area grande come la Gran Bretagna e ogni anno il suolo consumato è di 1000 kmq, poco meno della superficie di Roma. Ma ci vogliono 500 anni per formare 2.5 centimetri di suolo fertile che una volta cementificato o eroso è perso per sempre. Sono molti i fattori che incidono sul crescente degrado dei suoli, si va dall’erosione, al consumo di suolo, alla perdita di materia organica, alla compattazione, a salinizzazione, dissesto idrogeologico e inquinamento. Questo ha impatti negativi sulla salute umana, sulla sicurezza alimentare, sugli ecosistemi naturali, sulla biodiversità, sul clima e sull’economia che dipendono strettamente dallo stato di salute dei terreni.

Ma il suolo in Europa è indifeso, non è protetto da nessuna legge. Cerca di porre un rimedio la neonata rete People4Soil (si può tradurre “la gente per il suolo”, in Italia la campagna si chiama più esplicitamente Salvailsuolo) che ha da poco lanciato un’iniziativa popolare che vuole raccogliere un milione di firme per chiedere una Direttiva europea per proteggere questo bene comune essenziale per le nostre vite.

People4soil è partita dall’Italia ed è formata al momento da più di 350 organizzazioni da tutto il continente. L’Europa ha quindi ora l’occasione di essere il luogo delle grandi politiche ambientali e di difesa della pace. Difendere il suolo vuol dire anche difendere il cibo, l’autonomia alimentare del continente, mettendo un limite quindi alla predazione delle risorse verso gli altri continenti, predazione che alimenta a sua volta la fuga dalle terre di origine.

L’imponente raccolta di firme vuole fare pressione sulle istituzioni europee affinché venga adottata una legislazione specifica in materia di protezione del suolo, che fissi principi e regole che gli Stati Membri devono rispettare. Si vuole che l'Europa riconosca il suolo come un bene comune essenziale per la nostra vita e assuma la sua gestione sostenibile come un impegno prioritario. Per aderire subito, firmare e sostenere la campagna che durerà un anno intero il sito italiano è www.salvailsuolo.it.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA