Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Tra Clinton e Trump va in scena l’algoritmo del MIT che cancellerà i sondaggi

Con il primo confronto pubblico per le Presidenziali americane, gli scienziati del MIT hanno messo in campo Electome, un progetto di machine learning per monitorare in presa diretta e qualitativa il flusso di informazioni, reazioni, notizie e opinioni che passa dalla rete e da twitter

di Marco Dotti

Deb Roy dirige il Laboratorio per le Macchine sociali del Massachusetts Institute of Technology. Qui, come amano spiegare gli scienziati che ci lavorano, «si vive il futuro». È proprio a Roy a chiarire come e perché, questa mattina ora italiana, durante il primo confronto pubblico tra i candidati alla Casa Bianca, tra Hillary Clinton e Donald Trump, un pezzo di quel futuro è andato in scena sotto forma di algoritmo.

Si chiama Electome, è un progetto di machine-learning, lanciato circa un anno fa dai laboratori del MIT. Scopo? «Dar voce alle persone durante i dibattiti politici».

«Cerchiamo di dare una mano allo svolgimento delle elezioni, andando oltre i sondaggi, entrando nel cuore della conversazione», ha detto Bill Powers, un ricercatore presso il MIT Media Lab. Verrà presto la fine dei sondaggi? Non in questa elezione, ma il processo – ci spiegano alcuni tecnici – è inarrestabile. I sondaggi rimarranno, ma competeranno con questi strumenti capaci di cogliere e elaborare in presa diretta molteplici flussi di messaggi e informazioni.

«La rivoluzione dei dati che stiamo vivendo», spiega Powers, tocca anche la politica. Se i sondaggi sono stati spesso usati come arma elettorale – propria o impropria – per monitorare una preferenza emotica, al Mit hanno «sentito che è venuto il momento di monitorare le idee».

Per la prima "scesa in campo" del progetto Electome, il gruppo di ricerca del Mit ha lavorato con il Washington Post, la CNN e Bloomberg. Twitter ha dato l'accesso all'intera banca dati – che, in giornate "normali", constano di circa 500milioni di tweet al giorno – e all'esperimento hanno preso parte 200 giornalisti.

Costato 658mila dollari, Electome si "alimenta" di 30 fonti di lingua inglese e di tutti i tweet messi a disposizione dalla "firehouse" di Twitter. Gli algoritmi classificano le notizie secondo una precisa tassonomia e organizzano i flussi. Una mole imponente di dati è stata quindi analizzata in presa diretta da Electome. «Si può fare anche con analisti umani, ma servirebbero moltissimi soldi», spiega Deb Roy.

In copertina: Hillary Clinton e Donald Trump 26 settembre 2016 (TIMOTHY A. CLARY/AFP/Getty Images)


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA