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Al(Z) cinema! Non hai sbagliato sala, sei nei panni del malato di Alzheimer

La Federazione ha condotto nelle sale cinematografiche italiane un'iniziativa di sensibilizzazione che è stata anche un esperimento sociale. In un video le reazioni degli spettatori. Settembre, mese mondiale Alzheimer - giunto alla quinta edizione - ha l'obiettivo di contrastare l’emarginazione sociale legata alla malattia e sensibilizzare le persone su cosa significa convivere con la demenza

di Antonietta Nembri

Smarrimento e sconcerto. È questo il denominatore comune degli spettatori che al cinema Anteo di Milano si sono ritrovati a vedere il “film sbagliato”. Tutte reazioni che si possono vedere in un video realizzato dalla federazione Alzheimer Italia: un esperimento sociale che ha voluto far vivere agli spettatori delle sale Italiane le sensazioni di smarrimento e confusione con le quali i malati di Alzheimer convivono tutti i giorni.

Tra il 21 e il 25 settembre gli spettatori che si sono recati nei cinema italiani aderenti al consorzio UniCi (Unione Cinema) si sono trovati di fronte a un apparente errore: il film che cominciava sullo schermo non era quello per cui avevano pagato il biglietto, bensì il celebre film con Diego Abatantuono Eccezziunale… veramente.

Incertezza, spiazzamento, timore di aver sbagliato luogo: per qualche minuto, prima che sullo schermo comparisse una frase che spiegava il senso dell’esperimento: gli spettatori hanno avuto l’occasione di mettersi nei panni di un malato di Alzheimer, sperimentando in prima persona il disorientamento con cui si trova ad avere a che fare nella quotidianità.

L’iniziativa realizzata nel mese mondiale dell’Alzheimer ideato 5 anni fa da Alzheimer’s Disease International (ADI) con l’obiettivo di contrastare l’emarginazione sociale legata alla malattia e pensata per sensibilizzare le persone su cosa significa convivere con la demenza, ha raggiunto il suo obiettivo, portando gli spettatori a riflettere sulle necessità del malato di Alzheimer: assistenza di tipo non solo medico, aiuto nei momenti di smarrimento, comprensione e vicinanza da parte dei familiari, coinvolti anch’essi in prima persona da una malattia che per sua natura impone un ruolo chiave alla famiglia nell’assistenza quotidiana.

«Far vivere in prima persona quella sensazione di smarrimento che per i malati di Alzheimer è la quotidianità» commenta Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia «rappresenta un’occasione per sensibilizzare sia sulle loro necessità, sia sugli aspetti culturali e sociali legati allo stigma, che colpisce non solo i malati ma anche le famiglie. Rendere sempre più persone consapevoli significa fare un passo avanti per combattere il senso di esclusione di malati e familiari, contribuendo a migliorare la loro qualità di vita»
L’esperimento ha interessato 70 sale italiane, per un totale di 400 schermi, portando all’attenzione di 150.000 spettatori le difficoltà che incontra tutti i giorni chi è colpito da una malattia che interessa più di 46 milioni di persone nel mondo, di cui 750mila solo in Italia.