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Questionario Eas: i 60 giorni non sono perentori

Grazie a un'interrogazione del M5S il ministero delle Finanze ha chiarito che il termine di sessanta giorni non è tassativo per ottenere gli sgravi. I pentastellati: «Ok alla nostra interpretazione». Nel modulo tutte le informazioni e, sottolinea il portavoce M5S, «proprio in ragione della loro importanza e delicatezza, questi dati non possono essere richiesti appena due mesi dopo la nascita dell'associazione»

di Redazione

Il ministero delle Finanze ha chiarito che i termini della dichiarazione degli Enti Associativi – Eas (60 giorni dalla costituzione dell’associazione stessa) non sono perentori. Il questionario Eas è fondamentale per le associazioni del Terzo settore in merito alle agevolazioni fiscali. Il chiarimento è arrivato grazie all’interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle.

Il portavoce Girolamo Pisano aveva presentato un’interrogazione in relazione al termine – 60 giorni dalla costituzione delle associazioni stesse – per la presentazione del questionario Eas che dà diritto agli sgravi. «La Eas dà al Fisco tutte le informazioni fondamentali sulla governance, sul bilancio e sulla raccolta fondi degli enti» spiega Pisano. «Tuttavia, proprio in ragione della loro importanza e delicatezza, questi dati non possono essere richiesti appena due mesi dopo la nascita dell'associazione, dal momento che in un tempo così breve essa non può aver svolto tutte le attività di cui il questionario chiede conto»

Nel rispondere il ministero delle Finanze che – sottolinea una nota dei pentastellati – ha accolto l’interpretazione del M5S «ha quindi spiegato che il termine di 60 giorni non è perentorio. I soggetti del Terzo settore potranno così chiedere le agevolazioni fiscali anche in un secondo momento, ma senza effetto retroattivo. E tuttavia non sarà necessario pagare penali. Una semplificazione che consentirà al Fisco di ricevere informazioni reali e circostanziate e alle associazioni di valutare con tranquillità se beneficiare o meno delle agevolazioni senza l’ansia di inseguire scadenze troppo rigide», conclude il portavoce alla Camera dei cinquestelle.


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