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Non chiamiamola scuola dell’obbligo, ma scuola dell’opportunità

Ecco il messaggio di Geppi Cucciari a sostegno della campagna #EmergencyLessons di UNICEF - Unione Europea, in favore dell’istruzione dei bambini che vivono in situazioni di emergenza.

di Sara De Carli

«Non dovrebbe nemmeno chiamarsi scuola dell’obbligo, ma scuola dell’opportunità», perché stare seduti cinque ore sui banchi non è un obbligo ma l’occasione per prendere in mano la propria vita. È questo il messaggio di Geppi Cucciari a sostegno della campagna #EmergencyLessons di UNICEF – Unione Europea, in favore dell’istruzione dei bambini che vivono in situazioni di emergenza.

Nel mondo oggi circa 1 bambino su 4 in età scolare vive in uno dei 35 paesi colpiti da crisi: sono 462 milioni di bambini. Fra loro ci sono circa 75 milioni di bambini (di cui 16 milioni rifugiati) che hanno un disperato bisogno di supporto per l’istruzione. Le ragazze che vivono in paesi colpiti da conflitti hanno 2,5 volte maggiore probabilità di essere escluse dalla scuola rispetto ai ragazzi.

La campagna di sensibilizzazione UNICEF-Unione Europea #EmergencyLessons ha l’obiettivo di raggiungere, attraverso i social media, 20 milioni di persone in Europa, in particolar modo i giovani con meno di 25 anni di Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Slovenia, Slovacchia e Regno Unito, e "ispirarli" a supportare milioni di bambini e adolescenti che hanno interrotto il percorso scolastico a causa delle emergenze.

Video Unicef, foto Getty Images


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