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Se lo sport diventa una variabile subordinata del business dell’azzardo

La sponsorizzazione di Intralot alla Nazionale di calcio è un cavallo di Troia che prelude alla radicale trasformazione dello sport in una variabile subordinata al business dell'azzardo. L'azzardo finanziarizzato che sta devastando il nostro Paese . Grazie a una vera sollevazione popolare e anche politica la Figc ha accusato il colpo, ma non basta

di Marco Dotti

La sponsorizzazione di Intralot alla Nazionale di calcio rivelata da Vita.it è un cavallo di Troia che prelude alla radicale trasformazione dello sport in una variabile subordinata al business dell'azzardo. L'azzardo finanziarizzato che sta devastando il nostro Paese punta infatti a colonizzare ogni aspetto della vita sociale. Il passaggio dalla sponsorizzazione di singoli eventi sportivi alla sponsorizzazione diretta della Nazionale (nazionale minorili comprese), col chiaro intento di farne una parte di questo business, segna un salto qualitativo che non possiamo accettare.

Singolare poi che per "veicolare" i valori dello sport la Federazione Italiana Gioco Calcio si affidi a una multinazionale dell'azzardo, posseduta da un fondo di investimento con sede fiscale chissà dove, che possiede – tra l'altro – 50mila slot machine sparse sul territorio italiano. Diciamo le cose come stanno: i fondi di investimento che possiedono queste società di gambling temono come la peste l'opinione pubblica: sanno che chiamare le cose col loro nome – azzardo, aggressione finanziaria di territori e persone – crea notevoli problemi alla "maschera" che vogliono indossare. Allora, con ingenti investimenti, cercano una copertura "etica" al loro business. Lo chiamano "prevenzione", "gioco responsabile", "educazione", “gioco consapevole”, ma è solo un alibi. E chi gliene fornisce – psichiatri, clinici, professionisti incuranti dei conflitti di interesse, figuriamoci dei dilemmi etici! – è colpevole di aver tradito il mandato pedagogico e culturale implicito nella socialità del fenomeno sportivo.

È il cavallo di Troia di cui parlavo. Che cosa significa "impegno in attività sociali"? Significa far passare che il problema delle patologie dell'azzardo riguardi quattro "sfigati", mentre il problema è proprio la dimensione pervasiva di questo azzardo che è corruzione, collusione, devastazione di ogni socialità. E poi… "cultura della legalità"? Ha ragione don Luigi Ciotti quando ricorda che ci hanno rubato la parola "legalità" e ne fanno quello che vogliono. In mano a questa gente le parole non hanno alcun valore, servono al marketing non alla cultura e alla coesione civile.

Serve, come chiediamo insieme a tutte le associazioni da due anni ormai, una legge che vieti subito ogni forma di promozione o di sponsorizzazione, diretta o indiretta, di queste cose, la pubblicità è un elemento costitutivo della dipendenza, come per alccol e sigarette. La induce e la produce. L'azzardo non è un prodotto di consumo come tutti gli altri: è altamente tossico, non dobbiamo mai dimenticarlo.

La Figc dovrebbe ora rendere pubblico l’accordo in ogni sua parte e clausola. Potremmo così oltre a "quantificare" il peso economico, che è stato detto vale 3 milioni complessivi per tre anni (briciole per Intralot) e vagliare le clausole vessatorie per la Federazione, se ve ne sono. Allora il nostro giudizio potrebbe essere ancora più duro. Dobbiamo evitare di far passare il messaggio che accordi di questo tipo siamo frutto di un colpo di testa. Sono frutto di calcolo. Dietro ci sono trattative, mediazioni, clausole e penalità capire come e da parte di chi sono avvenute.

Grazie ad una vera sollevazione popolare ed anche politica, bisogna riconoscere, la Figc ha accusato il colpo si è ottenuto un primo, parziale effetto: nella partita di ieri sera non c'era logo su tute e maglie e non si sono visti (quanto meno non inquadrati dalle telecamere Rai) cartelloni pubblicitari di Intralot. Ma non basta: l'accordo va stracciato nella sua interezza e ufficialmente. Ha prodotto un vulnus istituzionale e pedagogico e culturale enorme, solo cancellandolo possiamo sperare di porvi rimedio. Devo dire che è interessante la presa di posizione del viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, che ha auspicato lo stralcio dell'accordo. "Chi rappresenta i valori sani dello sport, dell’etica, della legalità, della competizione positiva, del gioco di squadra, non può legarsi a uno sponsor che rappresenta interessi diversi e che, indirettamente, espone tantissime persone e molti giovani a un rischio gravissimo, come quello delle ludopatie” ha detto il viceministro, ed ha continuato: “Avere coscienza di questo problema e sensibilizzare sui pericoli che il gioco procura è un dovere che tutte le istituzioni, ad ogni livello, si devono assumere. La nostra Nazionale di calcio ha sempre espresso valori positivi e i campioni che ne fanno parte sono un modello per i giovani. È quantomeno paradossale legare questo universo valoriale a un marchio come Intralot, che non rappresenta gli stessi interessi. Peraltro, il Governo in passato ha già assunto disposizioni limitative rispetto alla pubblicità sul gioco, per cui, dargli una forma di visibilità così evidente e stridente con i valori del mondo dello sport è quantomeno inopportuno, se non disdicevole".


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