Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Ogni sette secondi una bambina è costretta al matrimonio

Mentre si celebra la giornata mondiale delle bambine e delle ragazze, Save the Children rivela i dati sulla condizione delle spose bambine: sono 700 milioni e rischiano di arrivare a 1,2 miliardi entro il 2050

di Ottavia Spaggiari

Nel mondo ogni sette secondi una bambina è costretta a sposarsi. Difficile con una media del genere celebrare a cuor leggero la Giornata delle bambine e delle ragazze, istituita dall’ONU. Secondo un rapporto pubblicato da Save the Children lunedì, chiamato Every last girl, il numero delle milioni di bambine costrette al matrimonio con uomini molto più vecchi non accennerebbe a diminuire ma sarebbe addirittura in crescita. Nonostante la promessa della comunità internazionale che si era posta come obiettivo di mettere fine a questo fenomeno entro il 2030, secondo il rapporto se si continuerà di questo passo, allora il numero delle donne costrette a sposarsi ancora bambine crescerà dai 700 milioni di oggi a 950 milioni nel 2030 per arrivare a toccare addirittura il 1,2 miliardi di donne nel 2050.

Dati devastanti, soprattutto se si pensa agli effetti a lungo termine sulla vita di chi si sposa quando è ancora una bambina, come spiega Carolyn Miles, presidente e CEO di Save the Children.

“Il matrimonio precoce innesca un circolo vizioso di svantaggio che nega qualsiasi opportunità di apprendimento, sviluppo e diritto all’infazia.” Ha affermato Miles. “Le ragazze che si sposano troppo presto spesso non possono andare a scuola e diventano più facilmente vittime di violenza, abuso e stupri. Rimangono incinta e partoriscono prima di essere fisicamente ed emotivamente pronte, il che può avere conseguenze devastanti su sé stesse e sulla salute del proprio bambino.”

Guerre e conflitti espongono ancora di più bambine e ragazze ai matrimoni combinati con uomini più vecchi, con molte famiglie di rifugiati che costringono le figlie a sposarsi, a volte nella disperata speranza di offrire loro maggiore sicurezza.

“Mi immaginavo il giorno del mio matrimonio come un momento bellissimo. Ma non lo è stato. E’ stato terribile, pieno di tristezza.” Ha raccontato Sahar, una ragazzina di 14 anni siriana, costretta a sposarsi dalla famiglia una volta arrivata in Libano, ancora tredicenne e oggi tra le minori sostenute da Save the Children nel Paese. Anche lei è incinta, “Molte ragazze che si sposano giovani si ammalano, a volte hanno delle emorragie. Grazie a Dio a me questo non è successo. Avere un figlio è una benedizione, ma io sono una bambina e dovrò crescere un altro bambino.”

Tra le principali cause di matrimoni precoci, la povertà: in Nigeria il 40% delle bambine provenienti dalle fasce più povere si sposa entro i 15 anni, mentre solo il 3% di under 15 è costretto al matrimonio, nelle famiglie più abbienti. Situazioni particolarmente critici per le bambine, le crisi umanitarie, basti pensare che durante la chiusura delle scuole a causa dell’epidemia di ebola in Sierra Leone, si stima vi siano stati 14mila casi di gravidanze tra le adolescenti.

Il rapporto di Save the Children ha inoltre stilato una classifica dei Paesi che offrono più opportunità alle bambine e alle ragazze. Tasso di matrimoni precoci, livello di istruzione, gravidanza in età adolescenziale, morte di parto e rappresentanza femminile nei governi nazionali. Tra i Paesi in fondo alla classifica: Niger, Chad, Repubblica Centrafricana, Mali e Somalia. Svezia, Finlandia, Norvegia, Paesi Bassi e Belgio in vetta alla classifica. L’Italia è al decimo posto.

Foto: Unicef/ A. Khan


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA