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Passaggi, sarà questo il tema dell’VIII edizione di Educa

Al via la Call for Educa, il festival dell'educazione che si terrà a Rovereto, provincia di Trento, dal 7 al 9 aprile 2017. Quest'anno il progetto culturale, nato nel 2008, apre alle scuole e si rivolge a tutti coloro che non vogliono aderire passivamente al coro delle lamentele sulla crisi dell’educazione, ma vogliono impegnarsi attivamente - con idee e proposte concrete - perché l'educazione è una questione seria e ci ruguarda tutti

di Redazione

Dal 7 al 9 aprile 2017, a Rovereto, riparte Educa, il festival dell’educazione. Il Comitato promotore di Educa (composto dalla Provincia autonoma di Trento, dall'Università degli Studi di Trento e dal Comune di Rovereto) che opera con il supporto del consorzio Con.Solida, ha lavorato alla nuova edizione avvalendosi quest'anno anche del contributo scientifico di Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Franco Demarchi e Iprase.

E l’ha fatto con molto anticipo affinché tutti possano arrivare preparati sul tema scelto per l’edizione 2017: i passaggi. «Il nostro intento», spiega Remo Job, direttore del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell'Università di Trento e coordinatore scientifico del festival «era facilitare le organizzazioni che vogliono contribuire alla costruzione del programma dando loro più tempo per rispondere alla Call For Educa. Questo ci permette anche di favorire la partecipazione al festival delle scuole cui è tradizionalmente dedicato il primo giorno della manifestazione; per la prima volta infatti il programma per loro sarà pubblicato già all'inizio dell'anno».

La rappresentazione dell’educazione come bene comune ha portato, negli anni ad aprire a reti e soggetti diversificati, a livello sia locale sia nazionale, al fine di dare visibilità e diffusione alle sperimentazioni pedagogiche e alle innovazioni che si producono dentro ai luoghi dell’educare e del vivere comune (la scuola, gli spazi vitali dentro le città e i paesi, l’abitare, le famiglie e le genitorialità, i giovani, la cura, il cibo, lo sport, ecc.). Di qui la chiamata a partecipare rivolta a tutte le organizzazioni e agli enti interessati per contribuire, alla realizzazione del festival portando riflessioni e pratiche maturate all’interno dei rispettivi contesti. Una chiamata cui negli anni hanno risposto più di 250 organizzazioni (70 solo nella scorsa edizione).

Ma che cos'è educa?

Educa è – prima di ogni cosa – un progetto culturale nato nel 2008 come evento annuale, campagna di sensibilizzazione dal 2015 e da quest’anno anche concorso rivolto alle scuole per rilanciare la riflessione sui temi educativi. Il progetto si rivolge a tutti coloro che non vogliono aderire passivamente al coro delle lamentele sulla crisi dell’educazione, sulla delegittimazione della scuola, sull’incapacità dei genitori di svolgere il proprio ruolo, sull’ingovernabilità dei bambini e degli adolescenti e sulla loro strutturale superficialità e irresponsabilità. EDUCA ha origine dalla consapevolezza sempre più condivisa che sia tempo di porre al centro dell’attenzione sociale e politica la questione educativa, in termini forti e propositivi. Una questione troppo lungamente trascurata o ridotta unicamente a preoccupante emergenza, a mero problema tecnico di istruzione e di trasmissione di contenuti o, peggio, a questione politico-ideologica.

Il tema
Nuove povertà economiche, culturali ed educative. Esodi di massa, ma anche scelte migratorie individuali (volute o subite); confini geopolitici che si spostano. Eventi violenti che minano alle fondamenta la vita delle persone. Innovazioni tecnologiche e scientifiche che cambiano il modo di comunicare, lavorare, viaggiare. E ancora nuove professioni che nascono, magari per durare l'arco di pochi anni; lavori che mancano mentre altri dilagano invadendo il tempo della vita famigliare e sociale. Famiglie che si compongono e ricompongono in modi continuamente diversi. Fenomeni questi che impattano sulle dimensioni fondamentali individuali e collettive: le diseguaglianze, la frammentazione e le solitudini aumentano e i diritti sanciti nelle carte costituzionali e nelle dichiarazioni internazionali rischiano progressivamente di diventare nel vivere quotidiano parole di carta svuotate di significato. Tutto pare essere messo in discussione, ma quanto è veramente discusso e approfondito? In fasce sempre più ampie della popolazione prevalgono paura e smarrimento che a loro volta portano a una radicalizzazione delle posizioni: si è, senza se e senza ma, "pro" o "contro". Pro o contro le tecnologie, pro o contro l'accoglienza, pro o contro l'Altro, lo straniero, l'ignoto. La tendenza sembra essere quella di rimanere in superficie avvolti nel rumore di fondo che gli strumenti della comunicazione amplificano.Gli adulti di oggi paiono sospesi nell’attesa di passare da un mondo che non è più ad un altro che non è ancora. Su di loro tuttavia pesa la responsabilità di indicare una via, una strada possibile da percorrere: è loro il compito di cercare nuovi punti di riferimento credibili per interpretare il presente e immaginare il futuro. E questo compito interroga in modo particolare chi è chiamato con altri, ma più di altri (genitori, insegnanti, educatori) ad accompagnare le nuove generazioni verso il domani. Quali valori e quali competenze aiuteranno gli adulti di domani ad essere uomini e donne capaci, generosi, solidali, impegnati per sé e per gli altri? Come alimentare i loro desideri e il coraggio di provare a realizzarli? Quali strategie per contrastare povertà e stereotipi predittivi di disuguaglianze future? Come i cambiamenti – tecnologici, sociali, culturali e professionali – possono diventare opportunità e non vincoli e limiti? Famiglie e scuole, agenzie culturali ed educative non possono essere lasciate sole di fronte a questi interrogativi. La ricerca, necessariamente collettiva, delle risposte deve partire dal ridare significato a parole fondanti del vivere comune: democrazia, cittadinanza, solidarietà, cooperazione, diritto alla salute, alla pace, all'istruzione e alla conoscenza…

A EDUCA si proveranno a far emergere i segni del nuovo che nasce, aprire varchi di riflessione per immaginare nuove forme di incontro, riconoscimento e sostegno reciproco, nuovi modi di essere io e noi, di agire e abitare il mondo.

La scadenza per le candidature è duplice:

11 novembre 2016 per le attività dedicate alle scuole da realizzarsi venerdì 7 aprile sul tema "Passaggi" o sulla campagna "L'educazione mi sta a cuore", un movimento culturale aperto a cui tutti possono partecipare esponendo il cuore simbolo dell’iniziativa per dire che l’educazione è un bene comune che richiede e merita una cura collettiva. La campagna culmina il primo giorno di Educa con un momento collettivo e partecipato dedicato alle scuole e alla cittadinanza tutta.

9 dicembre 2016 per eventi rivolte a tutti i target da realizzare sabato 8 e domenica 9 aprile.
La candidatura va presentata compilando una delle schede pubblicate sul sito www.educaonlie.it dove sono specificati anche i criteri di ammissione, le modalità di selezione e i servizi messi a disposizione.

Le schede vanno inviate all’indirizzo e-mail: coordinatore@educaonline.it

foto Studio Panato


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