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Gran Bretagna: dati shock, picco di crimini d’odio dopo Brexit

Le statistiche ufficiali della Polizia e i report delle charity concordano: da giugno a settembre i reati che hanno come unico motivo caratteristiche di diversità delle vittime sono aumentati in modo esponenziale. Colpa del clima di intolleranza instauratosi dopo il referendum? Il governo, comunque, non sottovaluta la questione

di Gabriella Meroni

Crimini d’odio in drammatico aumento in Gran Bretagna, soprattutto ai danni delle persone Lgbt (ma non solo), nel mesi che sono seguiti alla Brexit. Una coincidenza temporale che secondo molti osservatori non è un caso, anzi: il clima di intolleranza e disprezzo delle opinioni altrui instauratosi nel corso del dibattito politico sul referendum, a quanto pare si è propagato ad altri settori e ha “contagiato” il clima culturale del paese. Ne è convinta per esempio la charity Galop, che ha diffuso un report secondo il quale i crimini d’odio nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender sono aumentate del 147% nei mesi di luglio, agosto e settembre 2016 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Ma non è solo l’associazione a dar conto dell’allarmante aumento dell’intolleranza. Le statistiche ufficiali della polizia – riprese tra gli altri da The Guardian – avevano già documentato un picco di reati d'odio contro le minoranze etniche e cittadini immigrati nei giorni precedenti e successivi al referendum, questi più facilmente ricollegabili all’intolleranza contro gli stranieri che ha caratterizzato alcuni attori del dibattito sulla Brexit: più di 3.000 denunce sono infatti pervenute alle stazioni di polizia del Regno Unito, in gran parte sotto forma di molestie e minacce, la settimana prima e la settimana dopo il voto del 23 giugno scorso, con un incremento anno su anno del 42%. Non solo: nella sola settimana dal 23 al 30 giugno scorso, anche le denunce online di questo tipo di reati sono schizzate in alto, passando dalle 63 del 2015 alle 331 di quest’anno.

Pochi analisti però avevano previsto un aumento degli atti violenti sulla base dell'orientamento sessuale delle vittime, che invece la Galop ha registrato, occupandosi dei casi di 187 persone LGBT che hanno denunciato crimini d'odio nei tre mesi successivi al voto referendario, rispetto ai 72 dello stesso periodo nel 2015. La denuncia di Galop è comunque arrivata anche al governo, tanto che un portavoce è stato costretto a dichiarare che «l'odio contro una persona a causa del proprio orientamento sessuale non sarà tollerato. Ma c'è ancora molto da fare». Il governo inglese ha pubblicato a luglio un Piano d'azione contro i crimini d’odio che tra le altre misure invita i pubblici ministeri a irrogare pene più severe per tutti i reati d'odio, contro qualunque persona siano rivolti.


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