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Dopo Gaber e Jannacci addio anche a Dario Fo

Con la scomparsa del comico si chiude definitivamente la Milano de Il Piccolo Teatro che, insieme Paolo Grassi, Giorgio Strehler e Franco Parenti fu per anni riferimento culturale della città

di Lorenzo Maria Alvaro

C’è una cartolina che in molti ricorderanno. Un tavolo simile a quello delle vecchie osteria milanesi. Attorno da destra verso sinistra, sulle classiche sediole di legno, Giorgio Gaber, Dario Fo, Adriano Celentano e Antonio Albanese. In piedi, con la chitarra, Enzo Jannacci. Una cartolina che riassume la cultura, la musica e il teatro milanese degli ultimi 40 anni.

Era il 2001 e su Rai Uno va in scena uno dei tanti programmi di Adriano Celentano (che si rupppe una gamba e dovette continuare a condurre in sedia a rotelle). Il programma era “125 milioni di cazzate”.

Ho visto un re, su Rai 1 nel 2001


Di quella cartolina oggi si è perso l’ennesimo protagonista. Dopo Giorgio Gaber e Enzo Jannacci oggi se n’è andato anche Dario Fo.

Sul palco quella volta cantarono “Ho visto un re” che in qualche modo può essere considerata una delle canzoni manifesto di Fo, insieme a Jannacci e Gaber. Una satira contro il potere scritta in forma di canzone popolare.

Con la scomparsa del comico si chiude definitivamente la Milano de Il Piccolo Teatro che, insieme Paolo Grassi, Giorgio Strehler e Franco Parenti fu per anni riferimento culturale della città.


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