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Calais: minori a rischio trafficanti

Nelle prime ore dello sgombero del campo profughi più grande di Francia, crescono le preoccupazioni della società civile per i bambini e i ragazzi senza famiglia. Il rischio è che cadano nel traffico di esseri umani

di Ottavia Spaggiari

È iniziato lunedì mattina il processo di sgombero che dovrebbe segnare la fine di Calais, il campo informale più grande in Europa, (dopo la chiusura di Idomeni, lo scorso maggio), simbolo della speranza di chi non si arrende davanti ad un'altra frontiera, a un altro mare da attraversare.

Sono quasi 8mila le persone accampate qui, soprattutto uomini soli, ma anche moltissimi minori non accompagnati: si calcola che siano circa 1.300, ed è proprio per loro che le Ong hanno espresso maggiori preoccupazioni.

La richiesta è che siano date informazioni più precise relativamente alla loro ricollocazione, la paura è che, nella confusione dello sgombero, si perdano le tracce dei ragazzini soli. «Temiamo che le risorse investite e le soluzioni proposte siano insufficienti per assicurare una protezione efficace ai soggetti più vulnerabili, in particolare ai minori non accompagnati», si legge in una lettera al ministro degli Interni francese, Bernard Cazeneuve, firmata da diverse organizzazioni, tra cui Save the Children e l’ International Rescue Committee UK, oltre ad una sessantina di parlamentari britannici.

La lettera chiede inoltre che sia creata una “zona protetta” dedicata ai minori durante lo sgombero e che chiunque abbia familiari in Gran Bretagna, venga identificato e gli venga data la possibilità di ricongiungimento.

In realtà le autorità francesi, già da qualche giorno, hanno annunciato che la modalità di trasferimento in altri centri d’accoglienza sarebbero avvenute proprio attraverso la divisione dei profughi di Calais in quattro gruppi diversi: uomini adulti soli, famiglie, minori non accompagnati e soggetti vulnerabili (prevalentemente persone malate). La preoccupazione è che l’insorgere di possibili proteste, come quelle del weekend appena passato, possano mettere a repentaglio la possibilità di uno sgombero “ordinato” e quindi di una corretta identificazione dei minori.

Nell’ultima settimana circa 200 ragazzi sono stati trasferiti in Gran Bretagna, circa il 15% dei minori presenti nel campo, secondo una stima dell’organizzazione Citizens UK, 54 minori, prevalentemente ragazze provenienti dall’Eritrea, sono arrivati in Gran Bretagna, sabato scorso, seguite da altri 24 minori. Secondo l’organizzazione Human Rights Watch (HRW), però i numeri sarebbero inferiori: non più di ottanta i profughi accettati su territorio britannico. Non abbastanza secondo l’organizzazione che ha sottolineato come Francia e Gran Bretagna, dovrebbero fare di più per assicurare la protezione dei minori di Calais.

Un pensiero condiviso anche da Yvette Cooper, deputata laburista che già alcuni mesi fa, aveva definito "vergognoso", il rifiuto del governo Cameron di accogliere 3,000 minori non accompagnati siriani in Gran Bretagna. Secondo Cooper, il pericolo maggiore è presentato dai trafficanti. «Sappiamo che quando inizia lo sgombero, c’è un rischio concreto di scomparsa per i bambini e i ragazzi. È già successo quando una parte del campo è stata sgomberata senza un piano preciso per i bambini e i ragazzi», ha dichiarato Cooper ai microfoni della BBC. «La conseguenza è che poi finiscano nelle mani trafficanti, proprio poco prima di potersi finalmente ricongiungere con la propria famiglia».

Al momento non si sono registrati scontri violenti nel campo. Il processo di smistamento prevede che dopo la divisione in gruppi e il riconoscimento, vengano distribuiti braccialetti di colori diversi a seconda della regione di destinazione. I profughi verranno infatti distribuiti sul territorio tra le diverse regioni francesi, ad esclusione della Corsica.

Tra i primi ad essere stati spostati, cinquanta persone sudanesi sono state caricate su un autobus, direzione Borgogna, secondo l’agenzia AFP.

Per ogni mezzo in partenza, le autorità dovrebbero comunicare alla prefettura locale l’orario previsto di arrivo.

Ogni autobus dovrebbe caricare circa 50 persone ed essere scortato fino al centro di destinazione. L’obiettivo delle autorità francesi sarebbe quello di spostare circa 3.500 profughi nella prima giornata dello sgombero, dovrebbero riuscire quindi a far partire settanta autobus.

Nel frattempo, continuano i lavori per la costruzione del “Grande muro di Calais”, il tentativo di creare un deterrente per i migranti che cercano di salire sugli autobus per arrivare oltremanica.

Una barriera alta 4 metri e lunga 1 km, che dovrebbe arrivare a circondare la strada principale, verso il porto. Un’operazione finanziata dal governo britannico, l’ennesimo muro d’Europa.

Foto: Christopher Furlong/Getty Images – Jack Taylor/Getty Images


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