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“Vorrei essere Belen” il corto che spiega ai senatori l’urgenza della legge sul cyberbullismo

Presentato ieri in Senato il cortometraggio patrocinato dal Miur, insieme alla neonata Associazione Nazionale Genitori Insieme. Intanto alla Commissione Affari Costituzionali del Senato è ripartito l'esame della proposta di legge su bullismo e cyberbullismo, dopo le contestate modifiche apportate alla Camera

di Sara De Carli

Latina, una scuola superiore come ce ne sono tante in Italia. Gabriele ha 16 anni e ci si è appena trasferito da Livorno. La sua unica amica è Genny, che da grande sogna di essere Anna Magnani. Lui invece, Gabriele, si diverte a imitare Belen Rodriguez. Quando Ludovica, la bella senz'anima della scuola, scopre il video sullo smartphone di Gabriele, lo mette subito in rete. È una storia di cyberbullismo come ce ne sono tante quella raccontata nel cortometraggio Vorrei essere Belen, prodotto da Cinema Casting, con la regia e la sceneggiatura di Fausto Petronzio. Girato da attori non professionisti – ma con la partecipazione straordinaria dell’attrice Fioretta Mari (la bidella Concetta) e del cabarettista e attore Antonio Fiorillo (il prof) – il cortometraggio è patrocinato dal Ministero dell’Istruzione ed è stato scelto come buona pratica dalla Presidenza della Repubblica, dal MIUR e dal FoNaGS, il Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola e proiettato per la prima volta a Sondrio in occasione dell'inaugurazione dell'anno scolastico 2016/17, quando proprio di bullismo e cyberbullismo aveva parlato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Ieri Vorrei essere Belen è stato presentato in Senato, insieme alla neonata Associazione Nazionale Genitori Insieme, presiduta da Fabrizio Azzolini, già presidente dell'Age-Associazione Italiana Genitori e coordinatore del FoNaGS. «L’Associazione – ha spiegato Azzolini – vuole ragionare insieme ai genitori con il gergo dei ragazzi. Sempre di più riceviamo richieste di mediazione perché tanti genitori si sentono poco ascoltati anche se rileviamo che in molti casi non c’è l’ascolto necessario neppure da parte dei genitori». La mission dell'Associazione? «Essere i genitori del fare più che del dire, dell’amore più che dell’odio, del futuro più che del passato, dell’inclusione più che della separazione, dell’accoglienza anziché del rifiuto, del rispetto più che del disprezzo, vogliamo essere coloro che fanno la storia e non coloro che la subiscono». In sala vi era anche lo scrittore Federico Moccia, che ha ricordato come anche lui sia stato da adolescente vittima del bullismo: «Il problema più grande è educare i genitori perché solo loro possono aiutare i ragazzi a dialogare e raccontare. È una difficoltà che può essere superata se non si è lasciati soli, così come per fortuna è accaduto a me».

Il problema più grande è educare i genitori perché solo loro possono aiutare i ragazzi a dialogare e raccontare. È una difficoltà che può essere superata se non si è lasciati soli, così come per fortuna è accaduto a me

Federico Moccia, scrittore

Proprio ieri pomeriggio, dopo l’approvazione alla Camera, è partita al Senato (I Commissione) l’ultima tappa dell’iter di approvazione della legge di contrasto al bullismo. Relatore della proposta di legge “Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo” (S 1261-B) è Francesco Palermo. La senatrice Elena Ferrara, prima firmataria della proposta di legge, è stata la proessoressa di Carolina Picchio, la quattordicenne che nel gennaio del 2013 si è tolta la vita a causa di un video girato dai sui “amici” e pubblicato in rete e al convegno di ieri ha ribadito come «la normativa che esce da Montecitorio è stata profondamente modificata rispetto al testo che avevamo approvato all’unanimità nel maggio 2015 a Palazzo Madama. Il provvedimento era nato per tutelare i minorenni, privilegiando la prevenzione dei fenomeni di bullismo informatico e la responsabilizzazione degli adolescenti, piuttosto che l'aspetto punitivo. Ora estendere il provvedimento agli adulti significa di fatto compromettere l’efficacia delle procedure di rimozione dei contenuti lesivi ai danni dei nostri ragazzi, un effetto ben chiarito anche dal Garante per la Privacy e dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. La nostra era una legge “mite”, di natura educativa e preventiva, non contro la rete, bensì per costruire insieme alle nuove generazioni un principio di cittadinanza digitale. Questa resta la priorità. Dobbiamo partire fin dalla pre-adolescenza per accompagnare le nuove generazioni in un futuro che non può e non deve fare paura» (tutte le perplessità della senatrice in questa intervista).

Ecco in sintesi le modifiche apportate dalla Camera dei deputati al disegno di legge, presentate dal relatore Palermo.

1. Rimozione dei dati anche per gli adulti vittime di cyberbullismo
Nella versione originaria il minore ultraquattordicenne che avesse subito atti di cyberbullismo (o chi ne aveva la responsabilità) poteva adire il titolare del trattamento o il gestore del sito Internet, per ottenere l’oscuramento o la rimozione dei dati personali diffusi nella rete. Nella versione approvata dalla Camera dei deputati si prevede invece che chiunque, minore o maggiore di età, sia vittima di cyberbullismo possa chiedere ai gestori dei siti Internet o dei social media la rimozione o l'oscuramento dei contenuti specifici rientranti nelle condotte di cyberbullismo: se non si provvede entro 48 ore, l'interessato può rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali che interviene direttamente entro le successive 48 ore. I gestori dei siti dovranno dotarsi entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, di procedure per il recepimento e la gestione delle richieste di oscuramento, rimozione o blocco dei dati.

2. Le associazioni entrano nel tavolo tecnico
L'articolo 3 prevede l'istituzione di un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, che ora vede il coinvolgimento anche di associazioni attive nel contrasto del cyberbullismo e di esperti dotati di specifiche competenze. Il Miur curerà la relazione annuale alle Camere sulle attività svolte dal tavolo tecnico.

3. Nelle scuole arriva il referente antibullismo
L’articolo 4 prevede l'adozione da parte del Miur di linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo negli istituti scolastici, che andranno aggiornate con cadenza biennale. È stata introdotta la figura del docente con funzioni di referente, che coordinerà le diverse iniziative di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e cyberbullismo, collaborando con la polizia postale e le associazioni giovanili presenti sul territorio. Il comma 6, nuovo, aggiunge la previsione di progetti di sostegno dei minori vittime di atti di bullismo e cyberbullismo, nonché di iniziative rieducative – anche attraverso attività riparatorie o di utilità sociale – dei minori autori degli atti, adottati dai servizi sociali territoriali. Il dirigente scolastico (novità introdotta alla Camera) ha il compito di informare le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo e, se necessario, convocare tutti gli interessati per adottare misure di assistenza alla vittima e sanzioni e percorsi rieducativi per l'autore.

4. Pene più dure
Aggiunto dalla Camera dei deputati anche l’articolo 8, che rafforza l'attuale aggravante per gli atti persecutori online, modificando l'articolo 612-bis del Codice penale. Per lo stalking informatico o telematico sarebbe quindi prevista la reclusione da 1 a 6 anni. Gli strumenti informatici e telematici utilizzati per commettere il reato saranno confiscati.


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