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Capire i ragazzi #nonèungiocodaragazzi, parola di don Mazzi

Fino al 16 novembre è attiva la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi al numero 45526. Obiettivo realizzare i nuovi Centri giovanili don Mazzi dove la "screen generation" può trovare un ascolto vero. «I ragazzi chiedono una comunicazione autentica, chiedono di essere ascoltati e visti» sottolinea il fondatore di Exodus

di Antonietta Nembri

Sono la screen generation, sono i ragazzi sempre connessi protagonisti dell’ultima campagna della Fondazione Exodus di don Antonio Mazzi. Una di questi ragazzi è la protagonista di un video spot che si apre su un esterno buio e un po’ inquietante. «La mia adolescenza è una corsa al buio. Una fuga costante dalle mie insicurezze, dalle storie sbagliate, dai “decido io per te”. È come un grido di dolore che nessuno riesce ad ascoltare. Perché le ferite che fanno più male sono quelle che non si vedono». Sono queste le parole della protagonista dello spot della Campagna Sms di Exodus, on-air fino al 16 novembre (qui sotto il video).

E le parole della protagonista possono essere quelle di tutti gli adolescenti che ogni giorno chiedono di essere ascoltati. «Strano destino quella della screen generation: nonostante sia continuamente connessa su smartphone, videogiochi, tablet… chiede sempre di più al mondo che la circonda una comunicazione vera e autentica, chiede di essere ascoltata e di essere vista!» afferma don Antonio Mazzi che sottolinea come «Capire i nostri ragazzi, non è un gioco da ragazzi, ma insieme possiamo aiutarli a ritrovare la loro strada! Invitiamoli ad uscire dalla cameretta, dallo schermo di un pc o di un cellulare. Incitiamoli a fare sport, a stare all’aria aperta, a incontrare altri coetanei».

Sono oltre trent’anni che Fondazione Exodus si occupa di educazione e disagio, offrendo a giovani “fragili” gli strumenti necessari per affrontare con serenità, coraggio ed equilibrio le difficoltà della vita, utilizzando le proprie risorse, senza ricorrere ad espedienti artificiali, sempre più pericolosi. Ora con questa campagna che riprende nell’hashtag l’osservazione del suo fondatore #nonèungiocodaragazzi, Exodus vuol realizzare veri e proprispazi dedicati” ai ragazzi, e ai loro familiari, all’interno dei quali apprendere nuovi modi di stare insieme, di instaurare relazioni significative e crescere in maniera sana ed autentica, utilizzando strumenti semplici quali lo sport, la musica, il teatro e il volontariato.

Fare di più, stando fianco a fianco degli adolescenti, questa la scelta di Exodus che negli ultimi anni ha puntato decisamente su interventi di prevenzione offrendo un’attenzione particolare alla fragilità, solitudine e al generale disorientamento tipico di questa età anche dei ragazzi e delle famiglie cresciuti in “contesti di normalità”. L’obiettivo è accompagnarli in percorsi di crescita ricchi di sfide positive. È da questa scelta che sono nati i Centri Giovanili Don Mazzi. Gli episodi di cronaca – si sottolinea in una nota della Fondazione – , che «sempre più spesso vedono coinvolti gli adolescenti di oggi, impongono una variazione nella strategia di intervento: è necessario passare da un approccio emergenziale ad una strategia di promozione al benessere fisico, culturale e sociale». Don Mazzi usa la metafora della corsa per esemplificare il cambio di prospettiva: «C’è chi corre per tenersi in forma e arrivare prima, c’è chi corre, come noi, perché i nostri figli oltre alla forma fisica, si arricchiscano di doti interiori e di passioni vitalizzanti».

Sono cinque i Centri Giovanili che Exodus vuol realizzare grazie alla Campagna sms al 45526. Saranno realizzati nei comuni di: Cavriana (MN), Viterbo (VT), Cassino (FR), Capoliveri (LI) e Cosenza (CS).

Fino al 16 novembre, dunque, per sostenere il lavoro educativo avviato da Exodus basta donare 2 euro con un Sms da cellulare personale oppure 2 o 5 euro con una chiamata da rete fissa al numero solidale 45526.