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Cosa ci fa Renzi nel carcere di Padova?

Il premier è arrivato nel penitenziario Due Palazzi dove ha visitato tutti i laboratori gestiti della cooperativa sociale Giotto che offre lavoro ad oltre 150 detenuti. «C'è immensa gratitudine nei confronti di Renzi per la sua immediata, pronta e disponibile presenza in carcere. Si è soffermato con sincero interesse su tutti i presenti. Da oggi ci sentiamo meno soli», dice Nicola Boscoletto, presidente della cooperativa. Le immagini della visita

di Anna Spena

«Verso Padova per incontro con ricercatori. Ma prima visito il carcere: gesto inedito per un premier che. Un pensiero a Marco Pannella». È con questo tweet lanciato stamattina alle sette che il premier Matteo Renzi annuncia la sua visita – non prevista – al Due Palazzi di Padova dove ha incontrato i detenuti che lavorano per la cooperativa sociale Giotto.

Carcere, quello di Padova, che rappresenta una vera eccellenza italiana: di fronte ad un tasso di recidiva che nel nostro Paese si attesta intorno al 70%, solo il 2%-3% dei detenuti inseriti nei percorsi proposti dalla Cooperativa Giotto è tornato a delinquere una volta uscito dal carcere. «È stata una grande sorpresa ricevere la visita del premier», ha commentato entusiasta Nicola Boscoletto, presidente della cooperativa sociale Giotto.

«C’è immensa gratitudine nei confronti di Matteo Renzi per la sua immediata, pronta e disponibile presenza in carcere. Le carceri sono contesti e situazioni delicate: dopo oggi ci sentiamo meno soli».

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Il presidente per la giornata di oggi non aveva un invito specifico. «Quando era sindaco di Firenze», spiega Boscoletto, «avevamo organizzato un incontro con lui; ma a causa di un imprevisto non è riuscito a presenziare all’evento. Oggi si trovava a Padova per presenziare all’apertura dell’anno accademico all’università Carlo Bo e ha deciso di passare anche qui da noi».

Il premier ha visistato tutte le attività del carcere dal call center all’officina di bicilette; dal laboratori di sfridatura alla realizzazione delle business key. E poi ovviamente la pasticceria, fiore all’occhiello dell’officina Giotto. «Lo conosco bene il vostro panettone, lo mangio ogni anno a Natale», ha sottolineato il Premier.

«Gli abbiamo regalato un panettone da 5 chili!», dice Boscoletto. «La sua visita è durata un’ora e ha stretto le mani di tutti: operatori, polizia penitenziaria, educatori e ovviamente ai detenuti. Sui quali si è soffermato con interesse vero, sincero. Il salutare tutti, il non distrarsi mai, ho notato che la sua è una vera forma di rispetto e riconoscimento per chi si sta impegnando per il bene comune. In particolare Renzi si è soffermato a lungo con un giovane detenuto proveniente dal Marocco Mustapha che gli ha chiesto un autografo per il figlio. "Quanti anni ha? Va a scuola?" si è informato dedicandogli un messaggio personale: “Ciao Zaccaria, mi raccomando, contiamo su di te. Matteo Renzi”».

Renzi ha visistato il carcere insieme al ministro della giustizia Andrea Orlando e i tre sottosegretari alla giustizia Federica Chiavaroli, Gennaro Migliore e Cosimo Maria Ferri. Con loro anche il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia Santi Consolo e ancora il provveditore alle carceri del Triveneto Enrico Sbriglia, e naturalmente il direttore della casa di reclusione Ottavio Casarano. Con il consorzio sociale lavorano 500 persone tra cui 15 detenuti e 70 disabili.


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