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L’azienda-calcio in crisi perde 525,8 milioni di euro

La FIGC ha presentato il rapporto sul "Conto Economico del Calcio italiano". Un fatturato altissimo, ma una perdita di mezzo miliardo di euro e una crisi di spettatori che cresce sempre di più. E sull'accordo tra la stessa FIGC e la società di slot e scommesse Intralot il Presidente Tavecchio ha smentito passi indietro: «Abbiamo fatto le cose secondo la legge»

di Redazione

La stagione è quella 2014-2015 e la perdita secca per il sistema-calcio è di 525milioni di euro. Parliamo dei numeri raccolti nel Conto Economico del Calcio Italiano (lo potete leggere in allegato, in calce all'articolo) presentato ieri dalla Figc alla Camera dei Deputati.

Il calcio, in Italia, non tira più per la maggionre. Forse perché, spezzetto a vantaggio si società di gambling e scommesse, è diventato un’altra cosa. Così,prendendo come riferimento la stagione 2014-2015, scopriamo che il numero di posti vuoti negli stadi della serie A ha superato gli 8,4 milioni rispetto agli 1,3 della Bundesliga tedesca e agli 1,4 della Premier League inglese.

Stando ai dati della FICG, solo 12 club su 86 hanno fatto registrare un risultato economico netto positivo di cui 7 in Serie A, 3 in Serie B e 2 in Lega Pro. Sempre secondo la Figc, il 98,7 per cento dei 525,8 milioni di euro con il segno "meno" deriva dalle perdite registrate nei campionati professionistici (519 milioni), mentre leghe, calcio dilettantistico e giovanile presentano un risultato netto negativo pari rispettivamente a 4,2 e 6,6 milioni. Eppure, il Pil del calcio è calcolato nell' 11% del Pil del football mondiale e produce un fatturato totale pari a oltre 3,7 miliardi di euro.

Ad introdurre la presentazione del report è stato Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, che ha dichiarato: «Siamo in un tempo in cui non c'è più distinzione tra economia digitale e reale, stiamo attraversando la rivoluzione capitalista più dirompente di sempre e anche il calcio, e lo sport in generale, ne sono stati travolti. Oggi il calcio non lo vediamo più come in passato e il conto economico che la FIGC ci sottopone dobbiamo considerarlo come punto di partenza di un mondo cambiato che ha prospettive diverse, non più caratterizzato solo dai rapporti tradizionali tra società ed economia»

Il presidente Carlo Tavecchio da parte sua ha dichiarato soltanto che «Il calcio è uno straordinario strumento di aggregazione sociale secondo solo alla scuola. Dopo la scuola c’è lo sport e quello più praticato è il calcio». Peccato che sull’accordo tra la FIGC e la società di slot machine e scommesse Intralot, che avrebbe portato alle casse della FIGC 3milioni di euro (FIGC che dal Rapporto presentato alla Camera sembra abbia registrato un risultato positivo netto di 4milioni), lo stesso Tavecchio ha detto di sentirsi tranquillo e di non aver niente da discutere, perché ha fatto «le cose secondo la legge». Insomma, almeno lui, nel mondo di un calcio liquido e finanziarizzato e di una società in crisi di solidità e valori, sta sereno.


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