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Il running team alla maratona di New York

Venerdì 4 novembre i ragazzi della comunità terapeutica romagnola prenderanno parte per la quarta volta consecutiva alla maratona di New York. Un progetto importante sia per il suo lato sociale, sia perché rappresenta un’importante attività di raccolta fondi per la comunità

di Redazione

Di corsa verso New York. Per dimostrare che è possibile raggiungere qualsiasi traguardo, per dire che dalla droga si può uscire. Non solo una sfida affascinante, ma soprattutto dal forte contenuto educativo.

Il San Patrignano Running Team, come presentato in conferenza questa mattina a Milano, torna a New York per il quarto anno consecutivo con il suo progetto “Oltre il traguardo” per correre la più famosa maratona al mondo. Il 4 novembre dodici ragazzi della comunità partiranno alla volta della Grande Mela dove, grazie al sostegno di Carim, Cimberio e Kappa, il 6 novembre 2016 correranno i fatidici 42 chilometri.

Una sfida entusiasmante ma complessa perché i ragazzi di San Patrignano, dopo un passato di droga ed emarginazione, si affacciano ad una competizione sportiva unica nel suo genere. Sono circa una trentina quelli che fanno parte della squadra, ma solo parte di loro, dopo mesi di allenamento, sarà a New York.

Allenatore d’eccezione il dottor Gabriele Rosa, che in carriera ha seguito grandi campioni: «La Maratona di New York è un obiettivo prestigioso per tutte le persone che corrono. Con San Patrignano abbiamo affrontato per la prima volta questo impegno quattro anni fa e da allora sono accadute molte cose che hanno favorito un crescente interesse dei ragazzi della comunità verso la corsa e verso il supporto fisico ed interiore che questa riesce a trasferire. Credo sia importante che questa voglia di riscatto dei ragazzi si alimenti anche con la corsa e ritengo che il loro impegno rappresenti un insegnamento per me, ma anche per noi tutti».

«A San Patrignano la corsa è da sempre uno degli sport più praticati e grazie al dottor Gabriele Rosa negli anni abbiamo strutturato sempre più questa attività – spiega il dottor Antonio Boschini, responsabile terapeutico della comunità e del progetto – Tutti i ragazzi sono sottoposti a una visita medica per poter fare attività sportiva non agonistica, che sia corsa, calcio, basket o pallavolo. L’attività educativa e di recupero passa anche attraverso queste discipline. Sono uno strumento per trasmettere importanti valori di vita. Questo progetto in particolare ci permette anche di reperire fondi che serviranno per l’autosostentamento di San Patrignano, che continua ad offrire un aiuto gratuito a tutti coloro che lo richiedono».