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Papa Francesco: Si salvano le banche ma il Mediterraneo è un cimitero

Così il Pontefice nell'incontro con i Movimenti popolari: “quando avviene la bancarotta di una banca, immediatamente appaiono somme scandalose per salvarla, ma quando avviene questa bancarotta dell'umanità non c'è quasi una millesima parte per salvare quei fratelli che soffrono tanto? E così il Mediterraneo è diventato un cimitero”

di Redazione

Il denaro governa “con la frusta della paura”, che è “un buon affare per i mercanti di morte” perchè “ci indebolisce, ci destabilizza, distrugge le nostre difese psicologiche e spirituali, ci anestetizza dei fronte alla sofferenza degli altri e alla fine ci rende crudeli”. Lo ha detto oggi Papa Francesco, parlando in Aula Nervi alle migliaia di delegati dei movimenti popolari provenienti da più di 60 Paesi per esprimere “la stessa sete di giustizia, lo stesso grido: terra, casa e lavoro per tutti”.

Nel giorno in cui ancora si contano morti nel Mediterraneo il Papa si è soffermato sulla situazione dei rifugiati e dei migranti "è una situazione obbrobriosa, che posso solo descrivere con una parola che mi venne fuori spontaneamente a Lampedusa: vergogna". Papa Francesco torna ad affrontare uno dei temi che più ha a cuore, lo fa con espressioni forti e chiare come "bancarotta dell'umanità" durante l'incontro in Vaticano con i movimenti popolari internazionali e punta l'indice contro "un sistema socio-economico ingiusto e le guerre" che provocano il doloroso sradicamento di tanti dalla loro patria.

Ha continuato il Papa: "che cosa succede al mondo di oggi che, quando avviene la bancarotta di una banca, immediatamente appaiono somme scandalose per salvarla, ma quando avviene questa bancarotta dell'umanità non c'è quasi una millesima parte per salvare quei fratelli che soffrono tanto? E così il Mediterraneo è diventato un cimitero, e non solo il Mediterraneo… Molti cimiteri vicino ai muri, muri macchiati di sangue innocente". La paura, insiste Francesco, "indurisce il cuore e si trasforma in crudeltà cieca che si rifiuta di vedere il sangue, il dolore, il volto dell'altro"

"Cosa fare", si è chiesto il Papa ad alta voce parlando ai cartoneros, ai campesinos giunti dall'America Latina e agli attivisti di tante organizzazioni pacifiste arrivati invece dai paesi dell'Europa e dagli Stati Uniti , "di fronte a questa tragedia? Nel nuovo Dicastero per lo sviluppo integrale dell'uomo c'è una sezione che si occupa di queste situazioni. Ho deciso che, almeno per un certo tempo, quella sezione dipenda direttamente dal Pontefice, perché questa è una situazione obbrobriosa".

"Il futuro dell'umanità – conclude Papa Francesco – non è solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e delle élite. È soprattutto nelle mani dei popoli; nella loro capacità di organizzarsi ed anche nelle loro mani che irrigano, con umiltà e convinzione, questo processo di cambiamento". "Anche la Chiesa può e deve, senza pretendere di avere il monopolio della verità, pronunciarsi e agire specialmente davanti a situazioni in cui si toccano le piaghe e le sofferenze drammatiche, e nelle quali sono coinvolti i valori, l'etica, le scienze sociali e la fede".


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