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Nasce il social market dove si paga in volontariato

Aperto a Monte di Procida nel napoletano "Arca, l'Emporio della Solidarietà", un progetto unico per la Campania e nato dalla collaborazione tra la locale associazione La Casetta onlus e la Fondazione Progetto Arca. Obiettivo sostenere le famiglie indigenti del territorio flegreo

di Antonietta Nembri

Un social market speciale, da un certo punto di vista originale è quello che ha aperto i battenti a Monte di Procida in provincia di Napoli, al confine con Bacoli. Si tratta di “Arca, l’Emporio della Solidarietà”, un progetto unico per la Campania – e forse non solo per questa regione – che nasce dalla collaborazione fra l’associazione La Casetta Onlus e Fondazione Progetto Arca onlus. Arca che ha sede centrale a Milano è presente a Napoli dal 2013 dove ogni mese distribuisce ogni mese 150 pacchi alimentari (80 nel comune di Bacoli e 30 nel rione Traiano di Napoli). Nel capoluogo campano è attiva anche un’unità di strada per i senza dimora con un operatore e otto volontari che fanno due uscite mensili. Insieme le due onlus hanno realizzato questo nuovo progetto senza l’ausilio di fondi pubblici e l’intero progetto è finanziato attraverso il fundraising.

Ora questa nuova iniziativa che ha l’obiettivo di andare oltre il pacco alimentare e punta a sostenere quaranta famiglie del territorio flegreo (20 del comune di Monte di Procida e 20 di Bacoli selezionate dai servizi sociali). Non va dimenticato che secondo l’ultimo rapporto Caritas su povertà ed esclusione in Italia sono 1 milione e 582mila le famiglie in povertà assoluta, cioè oltre 4,5 milioni di individui, il numero più alto dal 2005.
Non si tratta di un disagio economico, ma della forma più grave di indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quei beni e servizi necessari per una vita dignitosa. Dal 2007 la percentuale di persone povere è più che raddoppiata passando al 7,6%. E ancora una volta è il Mezzogiorno a vivere la situazione più difficile, qui si concentra il 45,3% dei poveri di tutta Italia.

Anche per questo nasce Arca, l’Emporio della solidarietà dove – sulla falsariga di altri social market che sempre più frequentemente aprono in Italia – le famiglie in difficoltà troveranno frigoriferi e scaffali da supermercato con una dozzina di prodotti alimentari sempre disponibli come omogeneizzati, pasta, biscotti, formaggio… e potranno fare gli acquisti senza utilizzare i soldi.

L’originalità dell’iniziativa però sta nel fatto che le famiglie coinvolte riceveranno una tessera a punti a scalare (ogni famiglia avrà un credito mensile in punti) che utilizzeranno per pagare la propria spesa e potranno “ricambiare” il servizio ricevuto tramite ore di volontariato da prestare secondo le proprie possibilità, competenze e predisposizioni. Non più, quindi, un semplice dono, ma – sottolineano i promotori dell’inizitiva – una nuova dimensione di scambio che gratifica la persona, facendola sentire utile. Questo sistema, inoltre, crea relazioni nuove, aiuta chi si trova in difficoltà a uscire da una pericolosa tendenza all’isolamento. Alle famiglieinoltre sarà proposto un apposito corso di formazione nel quale impareranno a relazionarsi col prossimo e con le diverse situazioni di disagio.

Anna Gilda Gallo, presidente de La Casetta Onlus, spiega come il progetto nasca dal fatto che: «Nella profonda problematicità della nostra vita c’è bisogno di una voce che gridi “non temere”. Io credo che l’uomo si debba liberare da quel che si è messo addosso o da quel che gli hanno messo addosso, l’inclusione, quindi, è importante perché solo così l’essere scopre la relazione e la capacità di amare».

«A Milano, a Roma, ora a Napoli, e domani in altre città italiane Progetto Arca vuole essere presente per aiutare le famiglie in difficoltà, che hanno il bisogno e il diritto di riprendersi e ricominciare a vivere» le fa eco Laura Nurzia, vicepresidente della Fondazione Progetto Arca. «E aiutare per noi significa innanzitutto soddisfare i bisogni primari attraverso beni semplici proprio come quelli alimentari, ma significa anche guardare oltre l’assistenza, credendo in un futuro di autonomia e integrazione sociale per tutti. Questo è il valore imprescindibile della dignità della persona».