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Arresto cardiaco, chiama il 118: quanto sono bravi gli operatori?

IRC ha lanciato la prima indagine per valutare l’operatività delle centrali operative del 118 /112 sul nostro territorio. Gli stessi 118 italiani hanno espresso una valutazione sulle competenze e l'azione degli operatori, a volte volontari, che assistono telefonicamente i cittadini per prestare assistenza in caso di primo soccorso. Ecco i risultati

di Gabriella Meroni

Il servizio 118 italiano? Promosso. È quanto emerge da un'ndagine a livello nazionale per valutare l’operatività delle centrali operative del 118 /112 sul nostro territorio promossa da IRC – Italian Resuscitation Council – associazione scientifica senza scopo di lucro da anni impegnata a condurre un’intensa opera di formazione sulla rianimazione cardiopolmonare. L’indagine telefonica, condotta tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2016, ha visto coinvolti tutti i Sistemi 112/118 italiani che si sono dimostrati molto disponibili a condividere le proprie esperienze sulle modalità con cui gli operatori delle centrali operative (infermieri e tecnici) possono assistere telefonicamente i cittadini che prestano il proprio aiuto ad una vittima di arresto cardiaco, nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi qualificati.

Le domande hanno riguardato i principali aspetti della comunicazione tra operatore e cittadino che si rivolge al 118: la corretta identificazione dell’arresto cardiaco; la somministrazione di Istruzioni Pre-Arrivo (IPA) agli astanti, prima dell'arrivo dell’ambulanza, per far iniziare rapidamente le manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP); la localizzazione del defibrillatore semiautomatico (DAE) più vicino all’evento e le istruzioni per il suo corretto uso. L’indagine ha coinvolto tutte le 79 centrali operative presenti sul territorio nazionale, che hanno risposto con grande disponibilità al 100%, e ha fornito un quadro realistico su questa particolare competenza del Servizio Sanitario. In caso arresto cardiaco, le istruzioni fornite dagli operatori possono migliorare il coinvolgimento delle persone presenti sulla scena facendo loro iniziare le manovre di rianimazione cardiopolmonare e triplicare le possibilità di sopravvivenza delle vittime (“bystander CPR”).

Il risultato che emerge è molto confortante: il 97% delle centrali operative 118/112 dà indicazioni e istruzioni ai testimoni per metterli in grado di eseguire la RCP. Il 54% suggerisce di eseguire le sole compressioni toraciche (solo massaggio cardiaco) mentre il 46% suggerisce la RCP standard (massaggio cardiaco e ventilazione bocca-bocca). Gli operatori delle centrali forniscono indicazioni sulla localizzazione del DAE più vicino nel 43% dei casi grazie alla mappatura disponibile in ogni Centrale Operativa e nel 61% dei casi aiutano i testimoni dell’arresto cardiaco ad utilizzare il DAE.

Questa indagine fornisce un quadro realistico e positivo dell'organizzazione delle centrali operative 118/112 in Italia su questo specifico aspetto (ulteriori dettagli possono essere trovati su www.ircouncil.it). I risultati dell’indagine sono stati inviati per una eventuale pubblicazione alla rivista internazionale Resuscitation in modo da poter confrontare l’esperienza italiana con quella del resto d’Europa. IRC infatti sta contribuendo intensamente alle ricerche internazionali sull’arresto cardiaco e si sta preparando al secondo studio Europeo EuReCa Two che si organizzerà nel 2017.

La survey è stata presentata in occasione del Congresso Nazionale IRC, che anche quest’anno ha visto la presenza di più di 300 partecipanti e 45 docenti (tra relatori e moderatori) di fama nazionale e internazionale. Come per gli altri anni, il Congresso ha accompagnato “Viva! la settimana per la rianimazione cardiopolmonare”, che si è conclusa con il corso di massa “Kids save Lives”: grazie alla partecipazione di 36 scuole di Milano e hinterland, circa 2000 studenti, a cui si sono aggiunti circa 600 cittadini, hanno potuto imparare le manovre di rianimazione cardiopolmonare.