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Nuovi Lea: dalla Fish dissenso e distanza

La Federezione Italiana Superamento Handicap ha portato oggi in Commissione Affari Sociali i suoi rilievi sullo schema di aggiornamento dei Lea presentato da l Governo: «un testo obsoleto, inadeguato, ampiamente irricevibile». Qui il docuemento

di Redazione

La FISH è stata audita oggi in Commissione Affari sociali alla Camera dei Deputati, dove da qualche giorno è iniziato l’esame dello schema di decreto del Governo per l’aggiornamento dei LEA. Venticinque pagine in cui la Fish parla di una «decisa censura dell’atto sottoposto al parere di questa Commissione» e di «dissenso e distanza dallo schema di Decreto».

«Non potevamo aspettarci nulla di diverso: quando un testo di questa portata viene redatto ignorando la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, l’esito non può che essere quello che abbiamo sotto gli occhi. Un testo obsoleto, inadeguato, ampiamente irricevibile», commenta il Presidente Fish, Vincenzo Falabella, all’uscita dall’audizione.

Secondo la Fish, «il Ministero della Salute ha di fatto rifiutato uno strutturato confronto con le associazioni delle persone con disabilità e di molte altre organizzazioni dell’impegno civile, di operatori e tecnici, perdendo un’occasione straordinaria di costruire una norma davvero efficace, moderna, condivisa. Ha invece concentrato l’attenzione al mantenimento di linguaggi e modelli vetusti e obsoleti, al contenimento dei costi in un’ottica meramente di cassa». Le apparenti novità dello schema «rimangono incardinate in logiche che hanno già dimostrato il fallimento: poco conta l’apprezzabile intento di ampliare l’elenco, ad esempio, delle malattie rare, quando le modalità di modificazione di quell’elenco rimangono le stesse. Poco conta prevedere ausili nuovi o tecnologicamente avanzati se poi i percorsi di erogazione mantengono criteri amministrativi e sanitarizzanti che producono più costi che risparmi e che limitano fortemente la libertà di scelta delle persone e relegano l’abilitazione e la riabilitazione lontane dal ruolo che dovrebbero avere», spiega la Fish. Quindi «no, i nuovi LEA perpetuano il concetto di “compensazione della menomazione” nell’erogazione degli ausili e delle protesi, al contrario di quanto prevede la Convenzione Onu in termini di diritto alla salute, alla mobilità, alla comunicazione. Siamo lontanissimi dai principi di inclusione previsti dalla Convenzione ONU e dalle stesse prescrizioni dell’OMS».

Se poi entriamo nel merito della reale concretezza dei nuovi LEA e sulla loro reale garanzia di offrire finalmente una parità di trattamento in tutto il Paese, la Fish spiega che «la reale applicazione dei LEA, e quindi la concreta ricaduta sui cittadini, è rinviata sine die, in particolare per le prestazioni più innovative e l’assistenza protesica. Ciò traspare dall’Intesa Stato-Regioni del 9 settembre scorso: vi si prevede una generica graduale applicazione nel tempo. È giustificata l’ipotesi che tale dilazione non sia connessa a motivi organizzativi ma ad una non adeguata copertura finanziaria». E ancora: «prima ancora che i nuovi LEA vengano approvati viene predisposta una Commissione per il loro aggiornamento, che dovrebbe entrare immediatamente in funzione. Un implicito riconoscimento dell’inadeguatezza dello strumento regolamentare non ancora adottato».

Foto J. S. Evrard/Getty Images


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